FOTOGRAFIA. MADDALENA SPAGNULO, FOTOGRAFA NEL SALENTO PER AMORE DAL 1923 AL 1937.

Presentazione del Prof. Francesco Spagnulo di “ Maddalena Spagnulo fotografa, moglie di Francesco Spagnulo”.

di Vito Nicola Cavallo (agosto 2021)

Dei maestri della fotografia, Francesco Cito, Ciro De Vincentis, Ciro Quaranta ,Vincenzo Laviosa (“ragazzo” del sud, che ha fotografato i reali d’Inghilterra e del Regno d’Italia, il Duce, il futuro presidente degli Stati Uniti FDR-Franklin Delano Roosevelt ed Arturo Toscanini) vi racconteremo nelle prossime settimane .Grazie allo studio del prof. Francesco Spagnulo, raccontiamo di Maddalena Spagnulo ed il marito Francesco Spagnulo, che hanno disegnato con la luce la “struttura” ed il “colore” dell’humus umano del sud d’Italia e del mondo, in un bianco e nero “come un disegno, una stampa, un quadro”(cit.H.C. Bresson).
Ad agosto del 2021 nel suggestivo scenario dell’atrio del Castello Episcopio di Grottaglie, il Prof. Francesco Spagnulo ha presentato il suo studio storico su due fotografi che hanno operato nel “cuore” del Salento, a Grottaglie, i quali hanno condiviso la propria unione con per l’arte del “disegnare con la luce “ , attività-arte, che, come spiega il prof. Spagnulo, continuerà, ad opera di Maddalena Spagnulo dopo la scomparsa del marito Francesco Spagnulo, una donna sicuramente molto all’avanguardia, in un periodo, quello del fascismo, in cui la donna come è noto doveva solo fare figli, stare a casa e “portare le corna “. La nostra Maddalena invece, ha continuato l’arte della fotografia (dal greco φῶς, φωτός, luce e -grafia γραϕία, scrittura ovvero “scrittura disegnare con la luce), che da poco aveva preso piede in Italia, arrivata dalla Francia dove Joseph Nicéphore Niépce, cominciò a studiare la sensibilità alla luce del cloruro d’argento ottenendo nel 1816 la sua prima immagine fotografica, e di seguito, nel 1829 fondò con Louis Daguerre, una società per lo sviluppo delle tecniche fotografiche. Nel 1839 il fisico François Arago presentò all’Accademia delle scienze francese il brevetto di Daguerre, chiamato dagherrotipo, una scatola di legno con un obiettivo.

Il Prof. Francesco Spagnulo, che come ricorderete abbiamo già ospitato con lo studio per una “nuova proposta attributiva di un manufatto ceramico realizzato a Grottaglie e conservato al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza”, per “Le maioliche istoriate in Campania e Puglia: ‘600 e ‘700 dei maestri Spagnulo, geco-genericontemporanei”, e la “La vexata quaestio sull’intitolazione di una via del quartiere delle ceramiche ad un costruttore di pianoforti di Napoli e non al famoso artista “cretajolo” Domenico Vincenzo Atanasio La Pesa”, presenta in esclusiva ad ARTES’TV l’approfondito studio su una fotografa del Salento, Maddalena Spagnulo la quale eredita l’arte dal marito Francesco Spagnulo a causa della prematura scomparsa nella città d’origine, Grottaglie.

AMORE E FOTOGRAFIA NEL SALENTO DEL ‘900

Sintesi storica-La fotografia nasce ufficialmente in Francia nel 1839, come abitualmente si ritiene, ad opera di Louis Jacques Mandè Daguerre (1789-1851 artista, chimico e fisico) che riuscì a produrre immagini permanenti. Così come l’invenzione viene attribuita a Joseph Nicèphore Nièpce (1765-1833) che nel 1826 realizzò quella che è considerata “la prima fotografia”. Naturalmente ciò è stato possibile per il contributo dato da diversi ricercatori e sperimentatori nel settore dell’ottica, attraverso lo sviluppo della camera oscura e in quello della chimico-fisica con lo studio delle sostanze fotosensibili. Questa fase pioneristica prosegue negli anni successivi con lo sviluppo ed il miglioramento di materiali, tecniche, procedimenti e apparecchiature. In Inghilterra William Henry Fox-Talbot (1800-1877) sviluppò il processo negativo-positivo utilizzando le sperimentazioni dello scienziato John W. Herschel (1792-1871).

Anche in Italia si diffusero questi nuovi procedimenti scientifici attraverso traduzioni, manuali e contributi degli stessi Daguerre, Fox-Talbot, Marc Antoine Gaudin (1804-1880), Macedonio Melloni (1798-1854), Giacomo Caneva (1813-1865), Giuseppe Venanzio Sella (1823-1876). Da diverse parti giunsero contributi sia per migliorare la sensibilità delle lastre, rendendo più stabili le immagini, che per abbreviare i tempi di esposizione. In questa direzione lavorò Alexander Wolcott (1804- 1844) costruendo un ingegnoso apparecchio innovativo e nel 1841 a New York fu aperto il primo studio fotografico professionale per ritratti. L’anno seguente Richard Beard (1801-1885) aprì a Londra il primo studio in Europa utilizzando lo stesso apparecchio costruito da Alexander Wolcott dopo averne acquistato la licenza. In Italia si verificò un rapido sviluppo iniziale, una relativa stasi negli anni 70 ed uno sviluppo vigoroso negli ultimi due decenni del secolo. In quella prima fase di espansione erano sorti in tutta la penisola, in particolare nei grandi centri, numerosi laboratori fotografici.

Questi laboratori nel 1874 furono considerati anche troppi secondo l’opinione del fotografo conte Luigi Scapinelli di Reggio Emilia. Egli infatti riteneva che gli stabilimenti erano troppo numerosi e sproporzionati al numero degli abitanti. Una immagine di sviluppo che era in contraddizione con il giudizio piuttosto autorevole di Antonio Montagna, relatore per la Fotografia all’Esposizione di Milano nel 1881. Nella sua relazione Montagna annotava che l’attività fotografica era povera ed arretrata e vi era dipendenza dall’estero per il fabbisogno dei materiali. Antonio Montagna*, nato a Mesagne nel 1840 e morto nel 1927, è uno dei pionieri della fotografia conosciuto in ambito nazionale ed internazionale, collaboratore della prima rivista fotografica italiana “La camera oscura” nata a Milano nel 1863, fondatore nel 1870 de “La rivista Fotografica Universale” stampata prima a Brindisi poi a Mesagne e per diversi anni l’unico periodico di fotografia stampato in Italia con agenzie in Italia ed all’estero. Aveva ricoperto diversi incarichi e istituito intorno al 1876 a Mesagne una scuola di fotografia. Autore di libri come “Processo fotografico al carbone” Milano 1869 e “La fotosmaltografia applicata alla decorazione industriale delle ceramiche e dei vetri” Hoepli-Milano 1900. *(Da “I Mesagnesi”, a cura di Marcello Ignone, 1998, Regione Puglia, CRSEC-Distretto BR 123 Mesagne).

Nel 1899 nella città di Taranto erano presenti 7 fotografi (Cimpincio P., De Angelis F.sco, De Liguori Raffaele, Pilati Augusto, Scudella Eugenio, Scudella Luigi, Scudella Michele), nella città di Lecce 3 fotografi (Barbieri Pietro, Lentini G., Spagnolo Giovanni), in quella di Brindisi 1 fotografo (Cosciancich Ferdinando), in Grottaglie non era presente alcun fotografo. In Grottaglie nella prima metà del secolo scorso, sin dai primissimi anni, hanno operato stabilmente alcuni fotografi che l’oblio del tempo ha strappato alla memoria storica collettiva. Questo lo si rileva in particolare sia dalle testimonianze della documentazione fotografica ritrovata che da documenti come le edizioni degli Annuari Generali del Regno d’Italia contenenti gli “Elenchi di tutti i comuni italiani con indicazione della loro giurisdizione Politica, Amministrativa, Giudiziaria, Fiscale, ecc., dei rispettivi Uffici Postali, Telegrafici, Ferrovie, Tram, Diligenze. Popolazione, Fiere, Prodotti. Nome e indirizzo di tutti i Funzionari, Professionisti, Industriali, Commercianti d’Italia e principali dell’estero”.

Il primo fotografo in ordine di tempo risulta essere il grottagliese Francesco Spagnulo, immediatamente seguito da sua moglie Maddalena Spagnulo (stesso cognome del marito, già da nubile), che dopo la morte di Francesco ha proseguito l’attività dello studio fotografico inizialmente utilizzando lo stesso marchio. Francesco Spagnulo nasce a Grottaglie il 4 agosto del 1884 da Felice Nicola e Bongiorno Maria Carmela, il suo apprendistato giovanile lo svolge probabilmente nella vicina Taranto. Nel settembre del 1903 all’età di 19 anni sposa Maria Maddalena Spagnulo, grottagliese di anni 18, figlia di Giacomo e Maria Addolorata Della Pietà. Compare citato ufficialmente, per la prima volta, alla voce Fotografi nell’elenco del Comune di Grottaglie dell’Annuario Generale del Regno d’Italia dell’anno 1909. Nelle edizioni precedenti per il Comune di Grottaglie la voce Fotografi non viene riportata per mancanza di nominativi. Nelle suddette edizioni dell’Annuario, Francesco Spagnulo fotografo, risulta presente costantemente dal 1909 al 1917, anno della sua prematura morte, avvenuta in Grottaglie il 4 gennaio del 1917, all’età di trentadue anni. Spagnulo è il solo nominativo dell’elenco alla voce fotografi relativo al Comune di Grottaglie.

In alcune delle sue fotografie è possibile rilevare il classico timbro ovale con la scritta all’interno “Francesco Spagnulo – Fotografo – Grottaglie”, oppure la semplice scritta lineare “F. Spagnulo” con grafica in stile liberty. In una foto del primo periodo, poco dopo il 1907, in un classico “formato gabinetto” (cartonato), sul retro è possibile notare la grafica stile liberty di un interessante marchio. Esso è caratterizzato da un disegno floreale a sviluppo rettangolare con l’effigie di una macchina fotografica su treppiede, all’interno del quale è riportato: “STUDIO FOTOGRAFICO d’ingrandimenti – FRANCESCO SPAGNULO fu Felice, Grottaglie – Ingrandimenti di qualunque misura – Specialità per bambini – FOTOGRAFIE A COLORI, Francobolli ecc., Lavori Artistici – (Si conservano le negative)”.

Questo timbro risulta particolarmente interessante, perché reca diverse informazioni utili sul tipo di lavoro svolto, come il carattere artistico dell’attività ed altri aspetti, così come il dato essenziale per l’identificazione. Il patronimico riportato infatti ha dato conferma di una serie di ricerche effettuate per l’identificazione anagrafica, dei rapporti di parentela e ha reso possibile la collocazione temporale di alcune foto (Felice Nicola padre di Francesco Spagnulo muore nel settembre del 1907).

In effetti in diversi documenti dello stato civile e nel foglio matricolare del Distretto Militare non viene riportata la professione di fotografo, cosa non inconsueta per l’epoca se riferita al nuovo tipo di attività ed al contesto socio culturale di una città di provincia. In altre foto di poco successive a quella su descritta è possibile riscontrare una variazione dei timbri riportati sia sul fronte che sul retro con la scritta “PREMIATA FOTOGRAFIA di…”. Per quanto riguarda Maddalena Spagnulo fotografa, moglie di Francesco Spagnulo, nata in Grottaglie il 20 novembre del 1885, la si rileva citata negli elenchi delle edizioni dell’ Annuario Generale del Regno d’Italia almeno dal 1923 fino al 1937. Da alcune fotografie realizzate successivamente al gennaio del 1917 si desume che abbia utilizzato per diverso tempo timbro, passepartout e altri materiali con l’intestazione del marito Francesco Spagnulo. In riferimento alla professione ed al nuovo tipo di attività bisogna considerare che per le donne la situazione era ancora più complessa.

Ricordiamo che si è dovuti arrivare a luglio del 1919 per cancellare l’autorizzazione maritale con la legge n. 1176 a seguito della quale le donne vennero ammesse ad esercitare tutte le professioni, escluse quelle che implicavano i poteri pubblici giurisdizionali e l’esercizio di diritti e di potestà politiche o che attenevano alla difesa militare dello stato. Per individuare con esattezza Francesco e Maddalena Spagnulo come i primi fotografi attivi stabilmente in Grottaglie, la ricerca ha dovuto necessariamente analizzare l’intero contesto rintracciando e definendo gli altri fotografi presenti sul territorio. Seguono alcuni cenni su tali figure. In un breve periodo, che può essere compreso tra il 1911 e il 1914, ha operato a Grottaglie il fotografo non grottagliese Francesco Caniglia. Il suo nominativo però non compare nell’elenco delle attività del Comune di Grottaglie riportato nelle edizioni dell’Annuario Generale. Tra gli anni 1918 e 1922 ha operato invece a Grottaglie il fotografo mesagnese Corrado Marino, riportato nell’elenco dell’Annuario del 1919.Nel Luglio del 1922, quando questi aveva 31 anni, nasce a Mesagne suo figlio Bruno Marino che a sua volta, qualche tempo dopo aver contratto matrimonio in Mesagne nell’agosto del 1945, si stabilisce a Grottaglie ed apre uno studio fotografico svolgendo la stessa professione del padre per diversi anni, poi proseguita dal figlio. Qualche anno dopo il 1923, con certezza almeno dal 1927 come è possibile rilevare dall’Annuario Generale del Regno D’Italia, apre lo studio fotografico in Grottaglie Francesco Paolo De Vincentis insieme alla moglie fotografa Maria Primi. Francesco Paolo De Vincentis nasce a Grottaglie il 21 marzo del 1898 da Giuseppe e Addolorata Motolese, nel febbraio del 1922 sposa a Lussingrande (all’epoca Istria) Mary Primi nata a New York il 22 maggio 1901 da genitori istriani. Dopo essersi congedato dalla Guardia di Finanza Francesco Paolo rientra a Grottaglie e come si diceva prima allestisce

ed avvia uno studio fotografico, attività professionale in seguito proseguita anche dal punto di vista artistico con i figli Ciro De Vincentis nato a Lussingrande il 12 maggio 1923 e Giovanni De Vincentis nato a Grottaglie il 6 settembre 1928. Nel contesto della prima metà del Novecento bisogna ricordare, anche se non hanno operato in Grottaglie, i fratelli grottagliesi Vincenzo ed Angelo Laviosa. Vincenzo Francesco Laviosa nasce a Grottaglie il 5 settembre 1887 da Filomeno Giuseppe Laviosa e Francesca Immacolata Marseglia e muore a New York il 10 dicembre 1935. Angelo Laviosa nasce a Grottaglie il 2 gennaio 1901 da Filomeno Giuseppe Laviosa e Rosa Rossano e muore a New York nel 1984. Si possono ritenere senza dubbio, in particolare Vincenzo, i fotografi grottagliesi più noti ed affermati sia in ambito nazionale che internazionale per il valore tecnico-artistico raggiunto e per i riconoscimenti e gli incarichi importanti ricevuti.

Lavoro che hanno svolto soprattutto come ritrattisti. Inoltre va ricordato Noè Trevisani (1915-2010) fotografo ufficiale dell’Aeronautica Militare che ha documentato, tra l’altro, le campagne di guerra in Africa orientale e settentrionale e la guerra civile spagnola. Quanto riportato è solo una sintesi di una ricerca storiografica più ampia e articolata che potrà trovare pubblicazione completa di tutti i dati documentali emersi. A tal proposito si auspica che un rinnovato interesse generale possa portare al recupero e alla condivisione di altro materiale storico e fotografico.