PITTORI DEL XX SECOLO:LA SCUOLA DI GROTTAGLIE. GENNARO LUPO

GENNARO LUPO ( PITTORE )1877 – 1946 SOPRANNOMINATO “CATARUEZZULU” CHE IN VERNACOLO SIGNIFICA “RIGATONE”.

di Vito Nicola Cavallo

Riprendiamo con l’artista Prof. Gennaro Lupo, le pubblicazione sull’’arte figulina meridionale, e delle contaminazione della scuola di Capodimonte sulla scuola di Grottaglie in Puglia, in cui esponenti più noti , sono stati Vincenzo e Cosimo Calò, che abbiamo raccontato, che avevano favorito e promosso la formazione professionale didattica ed artistica di pittori e scultori come Gennaro Lupo, Annibale Arces , Ciro Fanigliulo, Ciro Francesco D’Amicis, Giuseppe Spagnulo. Artisti che hanno diffuso nel territorio nazionale e non solo i dettami della  rinomata Scuola Grottagliese con le proprie opere ed il relativo   percorso didattico-artistico.

Gennaro LUPO ( Pittore )1877 – 1946 Soprannominato “Cataruezzulu” che in vernacolo significa “rigatone”, per via del fatto che era una buona forchetta. Con Ciro Fanigliulo e Francesco Paolo D’Amicis è tra i maggiori esponenti della Scuola pittorica grottagliese. Nato a Grottaglie il 30 marzo 1877 da Carlo e Maria Filomena Corrente, anch’egli è allievo di Agesilao Flora, dal quale apprende soprattutto i segreti dell’affresco. Bisogna soffermarsi sulla figura artistica e didattica del Flora, che grande ruolo ha avuto nella formazione di Gennaro Lupo, Annibale Arces , Ciro Fanigliulo, Ciro

Francesco D’Amicis, e principale artefice della nascita della Scuola di Grottaglie. Il giornalista  Silvano Trivisani, c he attribuisce al gruppo  un ruolo fondamentale nell’arte del sud della Puglia, nel quale  gruppo, lui, include anche  Emanuele De Giorgio ed Angelo Peluso, definendola  : “una micro scuola pittorica che ha svolto un ruolo fondamentale nel panorama artistico tarantino e in parte anche salentino, diventando punto di riferimento e disollecitazione per gli artisti locali, e che merita questa definizione proprio per la coerenza lessicale che tale funzione esplica. …”

“Angesilao Flora, nasce a Latiano il 29 Luglio 1863 da una famiglia di artisti. Suo padre era un apprezzato pittore ed un suo procugino, l’alcantariano Padre Pietro Antonio da Chiaia, al secolo Abramo Flora, fin troppo noto statuario e modellatore in cera che annoverava tra i più prestigiosi committenti lo stesso Francesco II di Borbone, re di Napoli. Egli aveva soggiornato dal 1880 per oltre un decennio a Roma, dove, grazie anche le frequentazione degli studi dell’architetto Gaetano Koch e del pittore Cesare Maccari e del decoratore Girolamo Savoranelli, aveva affinato le proprie qualità, specializzandosi soprattutto nella decorazione, nella quale raggiunse risultati di sicuro rilievo, che gli guadagnarono commesse importanti come gli affreschi del teatro romano “Argentina”. Flora non fu soltanto un valente decoratore, giacchè egli si dimostrò sempre capace di passare con esiti altrettanto efficaci alla pittura e , finanche, alla statuaria in cartapesta. A Gallipoli, in provincia di Lecce, fondò una scuola “Scuola d’arte applicata all’industria”.(1)

Antonio Basile in “Arte in Puglia fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra” afferma che “ in quegli anni, tra colo che si pregiarono dell’amicizia del Flora figurano gli artisti grottagliesi Ciro Francesco D’Amicis, Gennaro Lupo, e Ciro Fanigliulo, i quali salutarono sempre Flora come proprio maestro, intrattenendo con lui affettuosi rapporti. Flora soggiornò spesso a Grottaglie in quanto la sorella Stella dal 1889 fino al termine della propria carriera fu insegnante nella scuola elementare della cittadina criptaliense. Si trattò di un legame familiare che portò spesso il Flora a Grottaglie dove egli potè trovare lavoro ( affrescando ad esempio la villa di Vincenzo Calò proprietario della “Manifattura Calò” e presidente della Regia Scuola Ceramica di Grottaglie (ndr.)- e lavorando nella chiesa matrice, dove decorò la cappella del preziosissimo sangue) e potè conoscere e contribuire a formare le giovani speranze della pittura locale…Gennaro Lupo, artista di indole assai riservata, che con le sue opere  evidenzia quanto egli abbia risentito dell’insegnamento  e della consuetudine con il pittore latianese , dal quale assimilò non solo la

 maestria nella primigenia attività decorativa, ma anche il caratteristico eclettismo delle tecniche artistiche e degli stili, che lo porteranno poi a spaziare dall’acquerello all’olio, dalla scenografia alla maiolica, e,  con risalto ai temi affrontati, dall’iconografia sacra, al paesaggio, delle nature morte alla ritrattistica.” Dal Blasi, apprendiamo che “ grazie al Flora , Ciro Francesco D’Amicis e Gennaro Lupo ebbero l’opportunità di insegnare a Gallipoli, e Lupo in particolare, di affinare la sua sensibilità artistica e di promuovere la sua maturazione culturale al fianco del Flora e di personaggi come Tommaso Fiore-che insegnava a Gallipoli nella Regia Scuola Tecnica “E. Barba”. A Grottaglie degli anni Venti-Trenta conobbe un momento particolarmente originale  e fecondo per la vicenda artistica di Gennaro Lupo, Ciro Francesco D’Amicis e Ciro Fanigliulo, la collaborazione tra i tre ,è l’inizio di una vera e propria “scuola”.”(1)

La Dott.ssa Daniela De Vincentis (3) riporta che “ che con la precedente monografia su Gennaro Lupo (4) si è voluto produrre in modo sistematico un o studio organico su quegli artisti grottagliesi del ‘900, in diretto contatto con la cultura regionale e nazionale…”La scuola di Grottaglie” rappresenta una

naturale continuità della ricerca intrapresa della quale sono emersi nuovi dati che ampliano le conoscenze finora acquisite; si tratta, infatti, di nuove testimonianze pittoriche relative agli affreschi, alla produzione ceramica, e, in misura minore, alla produzione su tavola e tela….La critica degli anni ’30 tende a riconoscerli (Lupo-D’Amicis e Fanigliulo ndr.) in un unico gruppo fornendo un’unica lettura della loro arte-quasi un preludio a quello che oggi si tende a definire una  “scuola” accomunata da stesse finalità stilistiche  e ispirazioni iconografiche-in cui la composizione è intesa “come espressione coloristica degli stati d’animo  e degli aspetti della natura, delle contingenze  sociali”

Gennaro Lupo è’ tra i primi a frequentare la regia Scuola d’Arte di Grottaglie dove, nel 1894, ottiene il diploma. Insegna negli anni della giovinezza a Maglie, Galatina e poi a Grottaglie. A 23 anni, nel 1900, vince il concorso indetto dal Museo Artistico Industriale di Roma, per la decorazione del soffitto della Chiesa Madre.  Egli propose e realizzò tre medaglioni nei quali venivano effigiati l’apoteosi di San Francesco De Geronimo, la Madonna di Mutata e al centro la SS. Eucarestia. Nel 1924 si sposa con Giuseppina Piergianni dalla quale ha due figlie Anna Maria Vittoria detta Ninì e Maria Filomena. Sempre nel 1924, per necessità s’iscrive al Fascismo. Presepista doc, tra gli altri numerosi incarichi che Gennaro Lupo ricevette, negli anni successivi, ricordiamo quelli di decorare la chiesa di Santa Chiara. La sua attività di insegnante si conclude a Penne ( Pescara ).

La storia e l’esistenza dell’artista della scuola grottagliese, venne segnato anche da episodi spiacevoli e a volte dolorosi, che segnarono il suo percorso artistico ed umano. Travagliato fu il suo iter didattico, quale professore, che lo ha visto peregrinare tra Martina Franca, Gallipoli, Lecce, Penne (Pescara), Grottaglie, nonostante a Grottaglie “….il 14 settembre 1928 il ministero riconfermò al nostro l’incarico didattico presso la scuola grottagliese per tutto il successivo anno scolastico 1928-29.In relazione a ciò Lupo chiese ed ottenne  un altro anno di aspettativa presso la Scuola Complementare di Martina Franca….la concreta prospettiva della definitiva sistemazione nella

Scuola Ceramica di Grottaglie, il cui presidente Vincenzo Calò dispiegò sempre i propri buoni uffici per favorire tale soluzione. Così il 18 giugno 1930 egli caldeggiò al ministero la nomina di Gennaro Lupo ad insegnante effettivo di Disegno della Scuola, nomina ricevuta il 14 ottobre 1930.Nel 1932 Gennaro Lupo vide finalmente definita la propria posizione giuridica all’interno della Scuola Ceramica di Grottaglie. Nel 1932 Lupo sostituì nell’insegnamento della Pittura ceramica il direttore Gennaro Conte, ed il 24 novembre 1933 la direzione della Scuola venne affida ad interem a Lupo, il 4 dicembre del 1934 si insediò il nuovo direttore Mario Urbani ”(4)

Proprio nel periodo martinese, quando Lupo, negli anni scolastici 1917-18 e 1918-19 superò con esito positivo due ispezioni eseguite dall’ispettore Alessandro Embergher della Regia Scuola Normale “Luigi Settembrini” di Napoli e il 7 aprile 1920 la Giunta Municipale nomina Lupo  professore ordinario di Disegno “la vicenda biografica e professionale di Lupo fu improvvisamente segnata da un accadimento triste e doloroso: il suicidio

della donna  con cui poco tempo prima egli aveva interrotto  una relazione sentimentale. La circostanza, risalente ai primi mesi del 1921 (quano Lupo aveva 44 anni) suscitò notevole scalpore a Martina Franca e fece  si che le superiori autorità scolastiche vi inviassero l’ispettore Pasquale Romano per accertare come e quanto i fatti avessero compromesso la reputazione di Lupo. Quest’ultimo dichiarò sempre e pubblicamente che la “sua coscienza era tranquilla”. Il ministro Giovanni Gentile il 9 febbraio del 1923, notifica a Lupo un provvedimento disciplinare, sospendendolo per tre mesi  dall’ufficio e dallo stipendio, motivando che “la sua dignità era stata compromessa dai fatti che lo avevano visto involontariamente coinvolto”(5)

Altre due episodi, sono raccontati , dal prof.  Giovangualberto Calducci (4) nella biografia dell’artista in “Tra Penne e Grottaglie: gli affreschi della chiesa di S. Chiara “il trasferimento a penne giunse improvviso ma non inaspettato. Esso, infatti, segnò il corollario di fatti alquanto gravi che si erano verificati nei

primi mesi del 1936 nella Scuola Ceramica di Grottaglie, trasferita alla fine del 1934 dal convento del Carmine alla nuova sede di via Ennio. In pratica, il direttore Ennio Paoloni aveva scoperto e denunziato alle autorità competenti il furto di oro e di altri costosi ossidi metallici utili per le decorazioni ceramiche, trafugati dai depositi della scuola. Gli inquirenti appuntarono le proprie indagini…comunque il nostro rimase estraneo…..All’azione giudiziaria si affiancò l’inchiesta disciplinare promossa dal ministero dell’Educazione Nazionale ed essa investì anche Lupo, producendo l’effetto finale del suo trasferimento  a Penne (Pescara)…Fu chiara così la volontà di punire Lupo, probabilmente ritenuto colpevole di aver saputo e non aver parlato, o più semplicemente perché si volle in qualche modo “bonificare” la compromessa istituzione scolastica grottagliese, allontanandone coloro che ne facevano parte.”

Sempre prof. Giovangualberto Calducci (4) nella biografia dell’artista in “Tra Penne e Grottaglie: gli affreschi della chiesa di S. Chiara, approfondisce il terzo avvenimento che ha segnato l’esistenza dell’artista Gennaro Lupo “ Ristabilitosi a Grottaglie ed inattivo in campo didattico, nel 1938, forse sospinto anche dal recente smantellamento del soffitto della chiesa matrice e della conseguente distruzione delle pitture realizzatevi nel 1902, Lupo volle tornare alle radici della sua carriera artistica, impegnandosi nella decorazione della restaurata  chiesa di S. Girolamo, detta di S. Chiara dai grottagliesi. Cominciò i lavori fra l’estate  e l’autunno del 1938 in base ad accordi privatamente raggiunti con la locale comunità delle Clarisse, dedite alla vita claustrale nell’attiguo convento….La campagna decorativa fu avviata senza che fosse stata interpellata preventivamente la Soprintendenza  alle Belle arti, così come la legge imponeva, pertanto, quando si avvide di ciò, il locale ispettore onorario ai monumenti e agli scavi,

ossia l’insegnante Francesco Blasi…con provvedimento del 13 ottobre 1938 l’ufficio barese incaricò il Blasi di notificare agli interessati la sospensione dei lavori e di sollecitarli, altresì, a presentare “il preventivo” dei lavori che si vorrebbero fare perché sia sottoposto all’esame di questo ufficio per la regolare approvazione. Il 16 novembre 1938 con nota del Soprintendente alle Belle Arti inviata  all’arcivescovo di Taranto dichiara “ Questa Soprintendenza concede volentieri il suo nulla osta per la continuazione dei

lavori di decorazione e restauro nella chiesa di S. Chiara- Grottaglie, a suo tempo sospesi trattandosi di costruzione di scarso interesse artistico”. “Scarso interesse artistico”, che come si evidenzia nelle immagini è esattamente il contrario.

Durante la guerra molti americani hanno acquistato le sue tele. Muore il 3 agosto 1946. In un articolo tratto dalla “Gazzetta delle Puglie” del 18 giugno 1930, in riferimento ad una mostra tenuta a Taranto insieme a Francesco D’Amicis e Ciro Fanigliulo tra l’altro si dice che “(…)Gennaro Lupo nelle sue opere sfoggia una tecnica piena di garbo e di equilibrio e una attentissima varietà di tonalità. Delizioso in alcuni paesaggi resi con tocchi sobri, vividi, spigliati, riesce anche piacevole nella rappresentazione dei vari aspetti, delle

molteplici tinte, dei vaghi riflessi delle nostre marine”. Nel 1996, in occasione del 50° anniversario della morte è stata pubblicata una monografia a cura del prof. Giovangualberto Calducci e Daniela De Vincentis. In questo catalogo delle opere di Lupo scrive la figlia Ninì: “Le sue mani erano fatte per l’arte. Iniziò il suo meraviglioso lavoro di pittore copiando la natura, rubando i vividi colori al prato, al cielo, agli alberi, ai monti e alle colline…Quanti bravi pittori grottagliesi sono nati dai suoi consigli…gioviale e allegro, amava la famiglia, la natura, gli animali, soprattutto i gatti, sì i gatti:in casa ce n’era sempre uno che era

coccolato con tanto amore e con tante leccornie…Amava le passeggiate con l’immancabile amico pennello…egli era un credente, un cattolico osservante, fermamente convinto nell’esistenza di Dio”. Sue opere si trovano in case gentilizie, presso la Provincia di Taranto, la Camera di Commercio di Taranto, il Comune di Grottaglie e in Prefettura. Scomparsi gli affreschi della farmacia san Ciro in via Garibaldi. All’interno della tomba delcimitero di Grottaglie che presenta all’ingresso due meravigliosi elefantini stilobati  si legge un’epigrafe scritta da sua cognata Virginia Piergianni. In essa si ricorda l’“artista del pennello” che arricchì con la sua arte straordinaria la città di Grottaglie (2)

(1)Pittori del XX secolo: La scuola di Grottaglie. Gennaro Lupo- Città di Grottaglie. Antonio Basile-Arte in Puglia fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra.

(2) Grottagliesi XX secolo-edizioni zoom di Francesco Occhibianco.

(3) Pittori del XX secolo: La scuola di Grottaglie. Gennaro Lupo- Città di Grottaglie. Gennaro Lupo-Il linguaggio dell’essenzialità.

(4) 1996, in occasione del 50° anniversario della morte è stata pubblicata una monografia a cura del prof. Giovangualberto Calducci e Daniela De Vincentis.

(5) Pittori del XX secolo: La scuola di Grottaglie. Gennaro Lupo- Città di Grottaglie prof. Giovangualberto Carducci in Suae Fortunae Pictor- profilo biografico di Gennaro Lupo (1877-1946)