GRANDE MADRE DI TARANTO CUSTODITA AL MUSEO DI BERLINO. CONTE: «VI ARRIVÒ ATTRAVERSO IL MERCATO CLANDESTINO»

La “Dea in trono”, oggi custodita all’Altes Museum di Berlino, sia in realtà di origine tarantina, come non è una novità che l’8 settembre 2014 la statua sia stata sottoposta a scansione laser per crearne una copia perfetta da collocare al MArta, il Museo Archeologico nazionale di Taranto .                   

di Vito Nicola Cavallo

Berlino 2010 in visita al grande museo archeologico Pergamonmuseum il Museo di Pergamo di Berlino, un interessante museo
 dedicato all’archeologia, ai monumenti maestosi, con opere archeologiche di fama mondiale; una delle peculiarità più interessanti del Museo di Pergamo è l’Altare di Pergamo , splendido monumento con scalinate sviluppato su tre piani, edificato in onore di Zeus, nel 165 a.C. Durante la visita una statua imponente di donna su trono ruba la mia attenzione, la meraviglia e lo stupore è leggere la provenienza dell’opera, Taranto. La “Dea in trono”, oggi custodita all’Altes Museum di Berlino, sia in realtà di origine tarantina, come non è una novità che l’8 settembre 2014 la statua sia stata sottoposta a scansione laser per crearne una copia perfetta da collocare al MArTA, il Museo Archeologico nazionale di Taranto. Dea di Taranto è il nome convenzionale attribuito ad una statua  in marmo, capolavoro della scultura greca , detta anche Divinità in trono, datata intorno al 480 a.C., che secondo gli esperti rappresenterebbe una dea greca, probabilmente  Persefone  Afrodite o Era. Proveniente da Taranto , oggi appartiene all’Antikensammlung Berlin,

Conosciuta come  Persefone Gaia, per il sorriso caratteristico delle statue del periodo arcaico, tuttavia l’assenza di qualsiasi attributo non permette alcuna affermazione certa su quale dea vi sia raffigurata. Il notevole peso della dea assisa in trono non è portato dalle esili ed elaborate colonnine, ma da un enorme cubo di marmo nascosto sotto il sedile. Ci sono solo poche tracce del colore della statua sul retro del trono, mentre piccoli fori di ingresso testimoniano la presenza di orecchini e diadema, oggi scomparsi. La statua è caratterizzata da un aspetto solenne, in cui la rigida postura tipica dello stile arcaico si combina con un raffinato abbigliamento e con la serenità dell’arte tardo-arcaica o severa.(1)

Il mito di Persefone, figlia di Demetra e Zeus, venne rapita dal dio Ade, folgorato dalla sua bellezza. Infatti, senza farsi sfiorare minimamente dal pensiero che anche lei avesse voce in capitolo, decise di prenderla in moglie e di portarla con sé in un luogo allegro e spensierato: gli Inferi. Alla fortunata fanciulla venne offerta della frutta come segno di benvenuto, ma lei non assaggiò che 6 semi di melagrana. Persefone ignorava però che chi mangia i frutti degli inferi fosse costretto a rimanervi per l’eternità. Fortunata davvero.

Nel frattempo, la madre Demetra diede inizio sulla Terra ad un lungo e rigido inverno come reazione al dolore di aver perduto Persefone. Prima del rapimento, aveva sempre regalato ai mortali tempo mite e ricchi raccolti. A risolvere la questione intervenne Zeus: visto che Persefone aveva mangiato  

solo 6 semi di melagrana, sarebbe rimasta nell’oltretomba 6 mesi e nella restante parte dell’anno si sarebbe ricongiunta alla madre. Ecco spiegato dai Greci l’alternarsi delle stagioni: Demetra faceva imperversare il freddo durante il periodo di assenza della figlia e ne accoglieva il ritorno dagli inferi facendo spuntare fiori e frutti in primavera e in estate. Questo mito era molto caro ai Greci e Persefone era una dea popolare e venerata, simbolo della fertilità della Natura e della rinascita dopo la morte. A Taranto specialmente, la dea ha sempre goduto di un’altissima considerazione, al punto da non potersi escludere che le colonne doriche poste in Piazza Castello non siano resti di un tempio dedicato a Poseidone ma a Persefone (durante gli scavi per il rinvenimento del Tempio Dorico, sono stati infatti trovati 3 frammenti di statuette rappresentanti una donna seduta in trono).Il ritrovamento della Dea in trono ha molte versioni , ma la definitiva proviene dal libro di Angelo Conte “La dea del sorriso” che, basandosi su fonti

certe e documentate, rintraccia in via Duca degli Abbruzzi n° 73 il luogo del suo rinvenimento. Più precisamente, venne trovata in un pozzo profondo 4 metri nel 1912, durante alcuni lavori edili. Da Taranto, è poi approdata in Germania attraverso i circuiti del mercato clandestino di opere d’arte. Infatti, un mercante deve aver presentato dei documenti di proprietà fasulli e messo all’asta la statua in Svizzera: l’Imperatore di Germania, Guglielmo II, fu colui che riuscì a spuntarla, anche se a carissimo prezzo: la scultura venne venduta alla cifra di un milione di marchi, oggi circa 150 milioni di euro, ed esposta nel museo di Berlino.

Ci fu un tentativo di acquisto anche da parte del Louvre, ma non si concretizzò a causa dell’elevato prezzo di vendita. Il sorriso della Persefone Gaia è alta 1,50 metri e pesa quasi una tonnellata. Si ipotizza che tenesse fra le mani una coppa per il sacrificio e un frutto, forse una melagrana. Tuttavia, c’è chi ritiene che la scultura non sia una rappresentazione di Persefone ma di Afrodite per via dell’abbigliamento e dell’acconciatura.

(1) https://www.wikizero.com/it/Dea_di_Taranto

(2) http://www.tarantomagna.it/curiosita/persefone-berlino-taranto-verita-dea-in-trono/