IN PUGLIA LE MAIOLICHE DI ALES(S)ANDRO MAGNO..

Il M.I.C. di Faenza conserva nelle sue collezioni un’anfora in maiolica di Ales(s)andro Magno , nel 202 Mario Bonfrate “un nome insolito che però ritrova la sua coerenza storica grazie alla scrupolosa indagine archivistica di Spagnulo”

di Vito Nicola Cavallo

 “Nuova proposta attributiva di un manufatto ceramico realizzato a Grottaglie e conservato al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. Infatti, nella la sezione, ceramiche popolari italiane, è visitabile un panorama della ceramica popolare otto-novecentesca, di uso comune, quotidiano e domestico, una ricca e variegata produzione di Caltagirone in Sicilia e della Puglia, rappresentata da una campionatura ceramica di robba gialla e bianca per la dispensa e la tavola di Grottaglie e Terlizzi. . Propria alla sezione , ceramiche popolari italiane, che l’artista e studioso Francesco Spagnulo, che abbiamo conosciuto nel nostro articolo “LE MAIOLICHE ISTORIATE IN CAMPANIA E PUGLIA: ‘600 E ‘700 DEI MAESTRI SPAGNULO”, che ha voluto concentrare la sua interessante ricerca, sulla nuova proposta attributiva di un manufatto ceramico realizzato a Grottaglie e conservato al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza.

Siamo in Puglia, in Provincia di Terra di Otranto,22 Gennaio 1814,nell’ufficio dello stato civile di Grottaglie” l’Ostetrice Maddalena De’ Angelis ha dichiarato, che ad ore dieci circa della notte precedente a..dì lì fu bussato la Porta di Cas di sua abitazione, mentr’ella dormiva, e svegliatasi, chiamò un Suo vicino, cioè Francesco Martucci di professione fornaro, perché vedova, ad osservare chi picchiava la sua porta, lo stesso uscendo si avvide, che dietro la Porta della Suddetta Ostetrice giaceva a terra un Bambino….abbiamo riconosciuto, ch’era Maschio…giusti i decreti…Noi Suddetto Sindaco, e Capo della Commissione Ammnistrativa degli Ospizi, gli abbiamo dato Nome e Cognome.. di ALESANDRO MAGNO. Lo studioso Francesco Spagnulo introduce il suo studio “Alesandro Magno una firma grottagliese”

Dott. Spagnulo, facciamo un punto di chiarezza su Alesandro Magno pugliese e figulo, e non lo storico condottiero e re macedone?

Il M.i.C. di Faenza conserva nelle sue collezioni un’anfora in maiolica dipinta, donata dal ceramista e collezionista grottagliese Luigi Motolese nel 1940, datata 1867 e recante, poco sopra il piede, la scritta Alesandro Magno[1]. Nel Catalogo generale del 2001, Saverio Pansini[2] riporta:

“… Sulla parte bassa del corpo, nei pressi del piede, è dipinta una filettatura sulla quale è riportata, la scritta “Alesandro Magno”, poco più sopra sono disposti, in linea orizzontale, dei fiori con foglie stilizzate. Sulla spalla è disegnata una chiesa con due cipressi per lato, mentre l’orlo è segnato da una doppia filettatura (…).Molto probabilmente il nome riportato sul piede del vaso è quello del ceramista non essendo l’opera di particolare rilievo. Non esistono studi finalizzati al recupero dei nomi degli operatori dell’Ottocento, tuttavia il cognome Magno non risulta facilmente assimilabile alle famiglie grottagliesi, per questo motivo si preferisce riferire l’opera ad una più vasta area …”

La decorazione, caratterizzata da un “paesino” e fiori con doppia filettatura, sembra non avere particolare attinenza con la scritta. In effetti potrebbe riportare alla mente il personaggio storico, condottiero e re macedone Alessandro Magno. 

Uno studio mirato, che ho condotto, all’interno di una ricerca storiografica più ampia ed articolata, mi ha permesso di acquisire la documentazione necessaria per far chiarezza sull’opera e il suo autore.  

Tali documenti d’archivio, con le relative deduzioni e comparazioni, consentono di identificare Alesandro Magno come figulo Grottagliese e di considerare l’opera in questione realizzata da egli stesso proprio nel 1867.

I nuovi studi, rilevano la presenza del cognome Magno nel Catasto Onciario di Grottaglie del 1753, nella famiglia con a capo Leonardo Antonio Magno, “barbiero” di anni 50, unico componente maschio. Il cognome risulta assente nel successivo Catasto Onciario di Grottaglie del 1792, invece è presente nei documenti dello Stato Civile della stessa Città a partire dalla seconda decade dell’Ottocento, nei quali si individua proprio la persona di Alesandro Magno.

Alesandro Magno nasce in Grottaglie (TA) il 21 gennaio 1814 da genitori ignoti, l’Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Grottaglie, e Capo della Commissione Amministrativa degli Ospizi, il 22 gennaio decide di registrare il neonato con il suddetto nome e cognome[3].

Il nominativo dunque, seppur molto singolare e altisonante, oggi è attribuibile con certezza a questa specifica persona, realmente esistita. Già questo chiarisce i dubbi che una tale firma, inserita nel tipo di contesto iconografico e decorativo dell’opera ceramica, poteva ingenerare.

Alesandro Magno contrae matrimonio in Grottaglie con Pasqua Irene De Amicis il 23 gennaio 1835, e nell’atto di stato civile, tra altri dati significativi, viene registrata la sua professione di “cretajuolo”[4]. La moglie, Pasqua Irene, è figlia di Cosima di Pasquale Spagnulo, mastro rovagnaro, già presente nel Catasto Onciario del 1792 e nipote di Giovanni ed Angelo Spagnulo, sempre figli del suddetto Pasquale, entrambi “cretajoli”.

Un dato molto importante è la presenza della sua firma, ritrovata più volte insieme al titolo professionale, anche in altri documenti. La grafica e lo stile della firma se comparati a quelli della scritta eseguita sull’opera ceramica risultano molto simili. A tale proposito, un documento fra questi è particolarmente utile per estrapolare la firma del maestro, poiché graficamente molto chiara e distinta dalle altre, ed è l’atto di nascita della figlia Angela Maria, del 1854[5].

Vi è da considerare che in quell’epoca i figuli in grado di saper firmare erano pochi, rispetto ad una maggioranza analfabeta, come si rileva da una vasta documentazione. Pochissimi di questi maestri grottagliesi siglavano in qualche modo le loro opere[6].

Alesandro Magno, di professione figulo, muore in Grottaglie, il 12 agosto del 1868 all’età di 54 anni come riportato nel suo atto di morte[7].

Sono stati individuati sei figli di Alesandro Magno, due dei quali morti in tenera età. Tra questi, due maschi, Giovanni, nato il 22 maggio 1843 in Mesagne (BR) e Annibale, nato il 4 agosto 1850[8] in Grottaglie hanno a loro volta esercitato la professione di figulo. Dai loro atti di matrimonio è possibile rilevare che, a differenza del padre, non sapevano firmare perché analfabeti.

L’amministrazione, nel mese di agosto 2020, con l’ex Assessore al Marketing territoriale del Comune di Grottaglie Mario Bonfrate, che ha voluto dichiarava in merito alla ricerca di Francesco Spagnulo,.

“Nuova luce su Alesandro Magno, un maestro grottagliese al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. La proposta di attribuzione è stata presentata da Francesco Spagnulo al termine di un lungo lavoro scientifico.

 Nella serata di venerdì 28 agosto, presso il Castello Episcopio di Grottaglie, è stato presentato uno studio storiografico relativo ad una nuova proposta attributiva di un’anforetta in maiolica dipinta realizzata nel 1867 e conservata dal 1940 presso il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza grazie ad una donazione del ceramista e collezionista Luigi Motolese. Il manufatto, presente nel catalogo a cura di Saverio Pansini dedicato alle Ceramiche Pugliesi dal XVIII al XX secolo edito nel 2001, è indicato sia nel testo che nella didascalia del museo come riferibile ad una generale “area di Grottaglie” per via della singolarità della firma che riporta la scritta “Alesandro Magno”. Lo studio di Francesco Spagnulo evidenzia, attraverso l’analisi di documenti d’archivio, di ricostruire e delineare la figura dell’autore che, cosa abbastanza rara, ha firmato il manufatto. Un nome insolito che però ritrova la sua coerenza storica grazie alla scrupolosa indagine archivistica di Spagnulo che consente di proporre l’attribuzione dell’opera ad un figulo grottagliese. “Studi scientifici come quello di Spagnulo sono da incoraggiare e sostenere  – ricostruendo infatti la storia della nostra produzione ceramica riusciremo a fornire uno strumento in più ai nostri ceramisti per veicolare la promozione

loro creazioni. Sarebbe auspicabile, così come succede in altri centri, l’istituzione di un premio da assegnare al miglior contributo scientifico sulla storia dell’artigianato locale. Tenere un faro puntato sulla storia del Quartiere e delle sue produzioni veicolerà indubbiamente la promozione del territorio e delle sue eccellenze. Quella di Spagnulo si configura dunque come una ricerca storiografica mirata ed approfondita che grazie ai documenti presi in esame, oltre a fare chiarezza sull’attribuzione del manufatto, consente altresì di illustrare un interessante spaccato di vita quotidiana nel contesto della tradizione ceramica locale, tra curiosità e vicende familiari. L’autore dello studio ha presentato nel corso della serata una riproduzione del pezzo esposto al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza che potrebbe essere esposto a scopo divulgativo al Museo della Ceramica di Grottaglie con la speranza che si possa avviare un dialogo con il MIC per avere in prestito l’originale per un evento espositivo dedicato”

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[1] Oggetto conservato in: M.i.C. Faenza – Sala delle Regioni. Il Seicento, Settecento e Ottocento Italiano. Officine Italiane dell’Ottocento. Teca Officine di Puglia e Sicilia sec. XIX, inventario n. 27820, riportato in didascalia: 1) Anfora con “paesino” e fiori, Maiolica, Puglia 1867, Dono Luigi Motolese 1940.

[2] SAVERIO PANSINI, Catalogo generale delle raccolte del M.i.C. vol. 12, Ceramiche Pugliesi dal XVII al XX secolo, edit Faenza 2001. Alle pagg. 323 e 324, con n. d’inventario 27820, scheda n. 81, l’oggetto è descritto come  “ANFORETTA CON ANSE TORTILI  Alt. Cm. 30,5  Larg. Max cm. 21, Diam. Base cm. 17, Maiolica, Area di Grottaglie, Alessandro Magno datata 1867”.

[3] Archivio di Stato di Taranto (AST), Stato Civile, Comune di Grottaglie, Atti di nascita, Anni 1812-1814, Pezzo 2, Fasc. 6, Anno 1814, n. d’ord. 17, Fog. 132r.

[4] AST, Stato Civile, Atti di Matrimonio, Comune di Grottaglie, Anno 1835, Pezzo n. 24, Fasc. 55, n. d’ord. 4, Fog. 6r.

[5] AST, Stato Civile, Comune di Grottaglie, Atti di nascita, Anni 1853-1854, Pezzo 23, Fasc. 50, Anno 1854, n. d’ord. 175, Fog. 32r.

[6] SALVATORE BRITTANICO, CIRO LIGORIO, FRANCESCO SPAGNULO,  La Pesa. Un maestro grottagliese. Profilo documentato del ceramista, Ed. Esperidi 2013, pag. 116.

[7] AST, Stato Civile, Atti di Morte, Comune di Grottaglie, Anno 1868, n. d’ord. 140, Fog. 46.

[8] AST, Stato Civile, Comune di Grottaglie, Atti di nascita, Anni 1849-1850, Pezzo 21, Fasc. 46, Anno 1850, n. d’ord. 175, Fog. 176r, 176t.