I TEMPLARI E IL TEMPIO DI SALOMONE

LA STORIA DEL TEMPIO DI SALOMONE ATTRAVERSO I SECOLI

di Melinda Miceli

Detto “Beit HaMikdash” o Casa della Santificazione il leggendario tempio di re Salomone ha sempre rappresentato la casa di Dio nel mondo terreno dell’al di qua. Figlio di Davide, Salomone, con la favolosa eredità del padre, costruì un meraviglioso Tempio, anche grazie all’aiuto del re di Tiro che inviò materiali pregiati, maestranze e raffinati artigiani. Il Tempio di Salomone o Primo Tempio fu compiuto nell’826 a.C. e divenne simbolo di Israele. Fu completamente distrutto da Nabucodonosor II nel 586 a.C. Il Secondo Tempio fu costruito al ritorno dall’esilio babilonese a partire dal 536 a.C. Fu terminato il 12 marzo del 515 a.C. Venne restaurato il 21 novembre del 164 a.C. da Giuda Maccabeo.

Il Tempio di Erode fu un ampliamento importante del Secondo Tempio, ivi compresa una risistemazione del Monte del Tempio. Fu iniziato da Erode il Grande verso il 19 a.C. e terminato in tutte le sue parti solo nel 64 d.C. e fu distrutto dall’imperatore Tito nel 70 d.C. Davide abitò in Gerusalemme con la sua famiglia in una casa sontuosa costruita con legno di cedro, un legno pregiato inviatogli da Hiram (Chiram), re di Tiro. A Gerusalemme egli fece trasportare l’Arca di Dio, custodita sotto una tenda, così come Dio stesso aveva disposto nella Legge. Egli concepisce il disegno di costruire un tempio per il Signore e ne parla con il profeta Natan che messo al corrente da Davide delle sue intenzioni di costruire un tempio al Signore, gli manifesta la sua approvazione. La descrizione della costruzione del Tempio la troviamo scritta nel libro [RE I] 6:1.

Il fabbricato seguiva il modello fenicio, il che rende la cronaca biblica storicamente importante per la conoscenza della configurazione dei templi fenici, e viceversa. Davide lasciò a Salomone oro e argento in abbondanza, destinati alla costruzione del Tempio. Il racconto biblico parla di 100.000 talenti (3.000 tonnellate) d’oro (più della produzione annuale odierna) e 1.000.000 talenti (30.000 tonnellate) d’argento. La Bibbia narra che molte migliaia di manovali ed esperti artigiani vennero impiegati nell’opera. Alcuni erano non Ebrei (schiavi-sopravvissuti alle guerre di conquista in Canaan). Questo fu lo scopo del lavoro forzato che il Re Salomone impose: doveva servire alla costruzione della Casa del Signore […] Tutti i superstiti degli Amorrei, Ittiti, Perizziti, Iviti, e Gebusei che non erano di discendenza Israelitica, i discendenti di coloro che erano rimasti nella terra e non erano stati distrutti, di questi Salomone fece schiavi […] Ma non fece schiavo nessun Israelita Re I 9:15-22a. Enormi pietre preparate nelle cave sottostanti la città (Re I 5:17, 18) furono gradualmente piazzate sulle grandi mura, e sistemate una a ridosso dell’altra senza uso di malta, finché l’intera struttura fu completata. L’edificio era verosimilmente lungo 60 cubiti (27 metri), largo 20 (9metri) e alto tra i 25 (testo greco) e i 30 (testo ebraico) cubiti (14 metri circa). Altre fonti riferiscono di un’altezza di 120 cubiti, 54 metri.

Infine, nell’undicesimo anno di regno, sette anni e mezzo dopo l’inizio, il Tempio fu completato e rimase vuoto, sulla cima del Monte Moriah per ben tredici anni. Ignote le ragioni di questo ritardo. Dopo undici mesi, nel mese di Tishri dell’anno successivo al completamento, ebbe luogo la consacrazione, così che il Tempio fu consacrato nel corso delle festività dell’anno nuovo. Secondo la tradizione biblica l’Arca dell’Alleanza (Aron HaBrit) venne condotta qui. Finalmente il popolo ebraico aveva il suo santuario e la sua Residenza nel Mondo Inferiore. Il Tempio, simbolo della protezione divina sul popolo, era il luogo di incontro con Dio mediante la preghiera e i sacrifici.

Il tempio di Salomone era strutturato come una “lunga casa” costituita da tre stanze disposte da est ad ovest: un portico profondo 4,5 metri, una navata (il Santo) lunga 18,5 metri e un santuario interno (il Santo dei Santi) lungo 9 metri (1 Re 6,2-3.16-17). Intorno a tutto l’edificio, ad eccezione del lato del portico, vi erano tre piani di locali usati come magazzini (1 Re 6, 4-6.8-10). Il tempio di Salomone nella forma era simile a molti templi siriani e cananei riportati alla luce da scavi nel XX secolo, per esempio ad Azor, Lachis, tell Tainat e ‘Ain Dara, nella Siria settentrionale. Nessuno di tali edifici era però simmetrico, finemente decorato o ampio come il tempio di Gerusalemme.

Come quello di Ezechiele (Ezechiele 40, 17.28), il tempio di Salomone aveva due cortili, uno interno e uno esterno (1 Re 6, 36; 7,12; 2 Re 23,12; 4,9), di cui non conosciamo l’ampiezza. Il cortile interno, il “cortile dei sacerdoti”, o “cortile superiore” circondava direttamente il tempio. (2 Cronache 4,9; Geremia 36,10). Le porte di entrambi i cortili erano ricoperte di bronzo (2 Cronache 4,9).

Il palazzo reale si trovava nel cortile esterno e probabilmente aveva un passaggio privato che portava al tempio, un passaggio che fu chiuso durante il regno del re Acaz (1 Re 4,9.12; 2 Re 16,18). Il portico del tempio era profondo 4,5 metri e si estendeva attraverso la facciata del tempio stesso. Quasi certamente era ubicato sul lato orientale del tempio, come nel tempio di Ezechiele (Ezechiele 43,1; 44,1). La navata, o santuario principale, attigua al portico, costituiva il “Santo” (1 Re 6, 17). Al di là di esso vi era il santuario più interno, il Santo dei Santi, che era un cubo perfetto del lato di 9 metri (1 Re 6,20).

L’interno del tempio era decorato con tavole di cedro, ornate con motivi caratteristici della Fenicia, fiori, cherubini e palme (1 Re 6,18.29) e ricoperte d’oro puro (1 Re 6, 20.21). Il pavimento era ricoperto di tavole di pino (1 Re 6,15); strette finestre, che si trovavano in alto sulle pareti, al di sopra delle stanze adibite a magazzino, garantivano l’illuminazione all’interno del luogo santo (1 Re 6,4). Il soffitto del tempio era ricoperto con tavole di cedro (1 Re 6,9). Sul tetto fu probabilmente adottata la tecnica del tempo che consisteva nel realizzare un’intelaiatura di legno su cui veniva disposto l’intonaco. Il portico esterno era aperto e non aveva porte. Due battenti provvisti di cardini, che si ripiegavano su se stessi, consentivano l’accesso al tempio. I cardini erano realizzati in legno di pino e decorati in modo analogo ai muri interni (1 Re 6, 33-35). I battenti posti all’ingresso della sala principale erano in legno d’ulivo.

All’interno del Santo, nel quale potevano entrare solo i sacerdoti, e che probabilmente era collocato al centro dell’edificio, si trovava l’altare dell’incenso, realizzato in cedro ricoperto d’oro. In questo luogo vi erano anche dieci candelabri, cinque su ogni lato, e vari strumenti necessari per svolgere le mansioni sacerdotali (1 Re 7, 48-50). Tutti questi oggetti erano d’oro o ricoperti d’oro. Vi erano poi dieci tavoli con il pane della presenza del Signore, cinque su ogni lato (2 Cronache 4,8). Ogni sabato venivano collocati su questi tavoli dodici pani, preparati appositamente dai leviti con fior di farina e non lievitati (Levitico 24, 5-9; 1 Samuele 21,6). Fra il Santo e il Santo dei Santi vi era una doppia porta realizzata in legno d’ulivo, decorata con motivi fenici, quali cherubini, palme e fiori e ricoperta d’oro. All’interno di queste porte, a velare il Luogo Santissimo vi era una tenda di lino, colorata di violetto, di porpora e di cremisi con figure di cherubini (2 Cronache 3,14). Il Santo dei Santi era un cubo senza finestre alto 9 metri, 4,5 metri in meno dell’altezza complessiva dell’edificio. Vi sono prove archeologiche risalenti al I millennio a.C. di un certo numero di templi pagani in cui le scale conducevano a un santuario interno elevato, e spesso gli studiosi effettuano ricostruzioni del tempio di Gerusalemme seguendo lo stesso stile, collocando il pavimento del Santo dei Santi 4,5 metri al di sopra del pavimento del Santo.

All’interno del Santo dei Santi, oscurato, si trovavano due cherubini posti alla sua guardia, ognuno alto 5 metri, realizzati in legno di ulivo ricoperto con 20 tonnellate di oro puro (1 Re 6,23-28; 2 Cronache 3, 1-17). Le ali dei cherubini misuravano 2,5 metri di larghezza e dunque la distanza dalla punta di un’ala all’altra era di 5 metri (1 Re 6,15-28). Gli archeologi suppongono che questi cherubini fossero probabilmente simili alle sfingi egizie, leoni alati con testa umana.

Re Baldovino II di Gerusalemme lasciò alla fraternitas dei Templari il luogo che fino ad allora era stato adibito a sua reggia, la moschea di Al-Aqsa nel lato meridionale dell’antico Tempio di Salomone (conosciuto come il nobile recinto o Haram esh-Sharif).

E’ noto agli storici che il sacro monte Moriah era utilizzato in periodi di guerra, o di pericolo, come bunker per tesori e documenti importanti. La Mishnah ebraica (opera contenuta nel Talmud, il corpo religioso sacro per la religione ebraica) ci dice che la “tenda del Convegno” era custodita nelle cripte del tempio con tutte le tavole di legno, i sostegni, le traverse, le colonne e gli anelli. Altre tradizioni ebraiche sostengono che l’Arca dell’Alleanza, l’altare dell’incenso, il bastone di Aronne, l’urna con la Manna e le Tavole della Legge (queste ultime contenute nell’Arca dell’Alleanza) sarebbero state nascoste, in uno dei periodi di guerra, in un vano segreto sotto una legnaia sul lato occidentale del Tempio, vicino al Santo dei Santi. Anche nel medioevo diverse tradizioni ebraiche parlano di luoghi nascosti, cunicoli e tunnel sotterranei al di sotto dell’antico recinto del Tempio di Salomone.

“Jehudah Ha Levi”, medico e filosofo spagnolo noto con il nome di Giuda Levita in un trattato intitolato Cuzarì, completato intorno al 1140 d.C., scrisse: “Nel secondo Tempio – scrisse – fu posta una pavimentazione di pietra nel luogo in cui doveva essere l’Arca, e fu celata dietro una cortina, poiché i sacerdoti sapevano che l’Arca era stata sepolta in quel luogo”. Quando costruì il tempio, re Salomone sapeva che era destinato alla distruzione, perciò predispose anche stanze segrete in cui l’Arca avrebbe potuto essere nascosta all’interno di cunicoli profondi e tortuosi, confermati da antiche fonti autorevoli. Il profeta Giosia, sempre secondo Maimonide, avrebbe ordinato ai Leviti di nascondere l’Arca e gli altri paramenti in una delle stanze che Salomone aveva fatto costruire appositamente, durante uno degli attacchi a Gerusalemme.

Le varie ricostruzioni della spianata del Tempio e l’insediamento successivo di Baldovino II, avevano richiesto l’impiego di ampie scuderie, ma quelle che si trovavano nel tempio non sarebbero state in grado di ospitare il seguito di cavalieri del Re di Gerusalemme. I lavori di scavo, da parte dei Templari, nella spianata del tempio rivelarono lo strato di terreno del cancello di Hulda, nelle immediate vicinanze delle antiche Stalle di Salomone dove sono stati identificati dei vuoti le cui sommità erano state ricoperte da terrapieni di macerie. Charles Wilson e Charles Warren, due studiosi dell’800, effettuarono delle planimetrie e degli studi archeologici estremamente dettagliati, per quanto gli fu reso possibile da parte del governo mussulmano, che sono tutt’oggi fondamentali. Pertanto numerosi ricercatori affermano che si potrebbe trattare di possibili stanze sotterranee occultate da uno strato superiore di detriti. Analisi dettagliate hanno escluso l’origine naturale di tali cavità, propendendo per una possibile origine artificiale. Questa scoperta potrebbe portarci a concludere che esistano tutt’ora sotto il Monte del Tempio gallerie, stanze e tunnel forse inesplorati da secoli. La presenza di tunnel, stanze e gallerie sotto il Tempio di Gerusalemme ormai è confermata. Archeologi e ricercatori, per quanto è possibile, stanno conducendo ed hanno condotto interessanti ricerche all’interno delle stesse. L’unico dato oggettivo a cui ci possiamo riferire con una certa sicurezza, ma vagliandolo in maniera critica, è costituito dal famoso Rotolo di Rame rinvenuto tra i manoscritti ritrovati nel Mar morto, a Qumran. Questo rotolo, in base ai dati oggi in possesso dei ricercatori, venne redatto dalla setta degli Esseni, un gruppo religioso ortodosso ricco di fascino e di misteri. La setta degli esseni aveva vissuto per circa 210 anni, dal 140 a.C. al 70 d.C., in un insediamento vicino al Mar Morto. La loro decisione di abbandonare Gerusalemme era stata dettata dalla corruzione e dalla devianza religiosa che imperversa tra la gente. La loro comunità si ritrovò quindi a continuare una pretesa linea di purezza religiosa lontano da distrazioni e devianze. Nel rotolo in esame, curiosamente, si menzionano nascondigli contenenti documenti e tesori sepolti, anche dagli stessi esseni, poco prima della distruzione della loro comunità, nel 70 d.C. Alcuni di questi nascondigli si riferiscono proprio al Tempio di Salomone.

L’attuale moschea di Al-Aqsa è allineata al progetto e restauro che i Cavalieri Templari le apportarono. Le modifiche architettoniche ed i restauri presentarono uno stile totalmente nuovo ed originale, che da vari ricercatori è stato paragonato ad un proto-gotico. Pertanto diversi ricercatori, tra cui Graham Hancock e Louis Charpentier, ipotizzano che proprio ai Templari si debbano le conoscenze utilizzate successivamente nella costruzione delle cattedrali gotiche in Europa. Nei sotterranei della moschea si dice fu rinvenuto il patrimonio che gli Ebrei avrebbero nascosto nel II secolo d.C. per sottrarlo ai Romani: l’Arca dell’Alleanza, la tavola del pane che si trovava nel tempio di Salomone, le Tavole delle Leggi di Mosè, ancora la Sacra Sindone e il Santo Graal. Si sa con certezza che ai Templari era stato affidato il Lignum Crucis, i resti della Vera Croce, trovati nel IV secolo dall’imperatrice Elena, madre di Costantino. La Croce andò perduta in seguito alla conquista musulmana di Gerusalemme per poi riapparire dopo la presa cristiana della città santa. Scomparve per sempre nel 1187 quando i crociati vennero sconfitti da Saladino sui Corni di Hattin.