Sud in Movimento sugli orrori a Gaza: rivendichiamo il diritto sacrosanto all’autodeterminazione dei popoli

GROTTAGLIE – Quanto sta continuando ad accadere nei territori palestinesi è sotto gli occhi di tutto il mondo occidentale e non, complici per i silenzi o le timide prese di posizione per un cessate il fuoco permanente, pienamente consapevoli della fornitura di armi ad Israele da parte della democratica America. Tutti insieme complici del genocidio in atto nei confronti del popolo palestinese.

A fronte di questa consapevolezza, come atto politico, lo scorso 22 dicembre il Consiglio comunale di Grottaglie ha approvato un Odg per chiedere il cessate il fuoco definitivo a Gaza e il conseguente impegno da parte delle forze politiche, nei vari livelli istituzionali di propria competenza.

Gaza è una prigione a cielo aperto già dal 2007, Gaza è tuttora sottoposta ad un regime di Apartheid dal Governo israeliano. Dal 7 ottobre sono state ammazzate più 31.497 persone, di cui almeno 12.000 sono bambini e ci sono oltre 50 000 feriti (fonte Euromedhl). Sono morti oltre 100 giornalisti, altrettanti medici e operatori sanitari che, in condizioni di grave rischio per la propria vita, operano con dignità ed in maniera del tutto volontaria per raccontare e salvare le vite dei civili palestinesi.

Gli ospedali o quel che ne rimane, sono diventati obitori, i medici sono costretti ad amputare arti di bambini gravemente ustionati in assenza di anestetizzanti e di strumentazioni idonee, per lo più andate distrutte dai continui raid aerei. Continuano le esecuzioni sul campo eseguite dall’IDF ai danni delle popolazioni civili ammassate nei campi. Sparano alla gente che si riversa nelle strade alla ricerca di viveri, nonostante le mani alzate e fazzoletti bianchi, simboli inequivocabili (Fonte Euro-Med Human Right Monitor).

Le condizioni di vita della popolazione palestinese non sono mai state così vicine al collasso, così vicine alla cancellazione dell’esistenza di questo popolo. Dopo oltre 100 giorni dall’inizio di questa nuova escalation (perché non dimentichiamo che il popolo palestinese subisce la violenza israeliana da decenni), non possiamo continuare a fare finta di niente. Pochi giorni fa è iniziato, presso la Corte Internazionale di Giustizia, il processo contro Israele avviato dal Sudafrica, l’accusa è proprio quella di “atti di genocidio contro i palestinesi”.

Domani sicuramente noi o chi verrà dopo di noi saprà da che parte della storia eravamo e che anche per nostra coscienza e per rispetto nei confronti dell’umanità abbiamo rifiutato il pensiero del “c’è sempre una parte che è sacrificabile”, nessun essere umano è sacrificabile e per nessuna ragione.

Per tutti questi motivi rivendichiamo il diritto sacrosanto all’autodeterminazione dei popoli e quindi la fine dell’occupazione israeliana nei territori palestinesi, condanniamo, inoltre, i crimini di guerra e gli orrori, cui è sottoposto il popolo palestinese, in maniera del tutto arbitraria con la chiara volontà di determinarne la sua cancellazione.

Sud In Movimento