31 GENNAIO IL CULTO DEL MEDICO SAN CIRO MEDICO EREMITA E MARTIRE IN “S. CIRO M.E. E M.”- CENNI BIOGRAFICI “,GIUSEPPE PETRAROLI  ARCIPRETE 1939. (speciale San Ciro 4 di 8)

31 GENNAIO

(1)”Dopo il martirio.. Siriano tornò all’assalto per guadagnare l’nimo di Ciro e Giovanni al paganesimo ed indurli alla adorazione degli idoli. Ma invano.

 Umiliato per tante ripulse, indispettito per tanta costanza, inferocito per l’esito negativo dei suoi abbominevoli tentativi pronunziò contro i due campioni della fede la sentenza di morte così formulata : “Noi, giusta gli imperiali decreti, giudichiamo Ciro” prevosto dei Galilei e Giovanni a Lui simile in religione degni ambedue di essere decapitati, perché disobbedienti ai decreti imperiali e per non avere soprattutto voluto sacrificare agli Dei .” La sentenza fu eseguita in Canòpo il 31 gennaio dell’a. 3030 IX del Consolato, XIX dell’impero di Diocleziano.”

IL CULTO

(1) “ I corpi di questi santi martiri furono raccolti con profonda pietà dai fedeli e collocati nel tempio maggiore di Canòpo, consacrato a S. Marco, frustando così l’ordine prefettizio che li voleva insepolti e dispersi. Prodigi numerosi e strepitosi

furono dopo la morte operati da S. Ciro e la sua fama si sparse nell’oriente e nell’occidente. Per opera del vescovo Apollinare; la casa di S. Ciro fu trasformata in chiesa consacrata ai tre fanciulli di Babilonia, perché come essi tra le fiamme aveva benedetto il Signore. Essendo Papa Innocenzo I ed imperatore Onorio nell’a. 414 , le reliquie del Santo furono trasferite in Menute (Menouthis) per opera del Patriarca Cirillo . Papa Celestino I chiese all’imperatore Teodosio II le sante reliquie che sul principio del secolo V furono trasferite a Roma. Oggi insieme ad altri corpi di Santi riposano nella chiesa del Gesù Nuovo in Napoli, nella cappella a sinistra dell’altare maggiore , in cornu evangeli, già sacra all’Agusta S. Anna e di poi dedicata a S. Francesco de Geronimo, quando la chiesa gli decretava i supremi onori; finchè nel 1860 da quest’altare le ossa di S. Ciro vennero trasferite all’altare accanto, sacro al SS. Crocifisso, come più estesamente diremo parlando delle diverse traslazioni, rinchiuse in un’urna marmorea, sui cui si legge :

CORPUS

S.CYRI-MARTIRISI

TRANSL.A.S.

MDCCCLX

In merito al trasferimento a Roma, lo storico Rosario Quaranta amplia la storica vicenda (2)“ sul trasporto delle reliquie da Menouthis a Roma c’è di certo che esse, non sappiamo bene quando e a opera di chi, furono “deposte in una chiesa sulla via Portuense, a destra del Tevere, il cui nome, S. Ciro, per una serie di trasformazioni linguistiche, da Abbaciro (Abate Ciro) diventò per il popolo S. Passera o S. Prassede. Questa chiesa fu meta di pellegrinaggio durante il Medio Evo ed è ricordata negli Itinerari Romani Nell’ipogeo di questa chiesa furono, quindi, riposti i corpi di Ciro e Giovanni, e si pose un’epigrafe che recita :

CORPORA SANCTA CYRI REINITEN HIC

ATQUE JOHANNIS

QUAE QUONDAM ROMAE DEDIT

ALEXANDRIA MAGNA

La reposizione delle reliquie in S. Prassede o S. Passera è testimonianza pure nella narrazione di Gualterio, scritta durante il pontificato di Innocenzo III, nel 1204, per incarico di Cencio Camerario ( poi divenuto Onorio III).” I corpi dei martiri Ciro e Giovanni lasciarono l’Egitto, e innanzi tutto approdarono a Costantinopoli. Ivi dovettero rimanere delle reliquie, prese dalla parte più nobile che è la testa; dopo Costantinopoli, la nave approdò a Bari, e indi proseguì il viaggio per Roma, si fece sosta in Trastevere in casa di Teodora, e poi sacri corpi furono sepolti in S. Passera o S. Prassede.(2)

A Roma già il culto dei martiri alessandrini era diffuso, specialmente nella chiesa di S. Michele Arcangelo. Ora detto di S. Angelo in Pescheria. Naturalmente fu questa chiesa di monaci e pescatori a ricevere i corpi dei due martiri, allorchè prima del 1400 per salvarli dalle inondazioni del Tevere furono tolti da S. Passera e riportati in città; per questo la chiesa addirittura mutò nome e si chiamò di S. Abbaciro. Quindi non fu difficile prendere reliquie da quei due corpi e inviarle a Monaco di Baviera, al collegio di S. Michele della Compagnia di Gesù; né fu difficile prendere tutto il rimanente dei due santi corpi e inviarli alla chiesa del Gesù Nuovo in Napoli.

A Napoli, come a Roma, il culto verso i due martiri da tempo immemorabile, grazie alla presenza di colonie di mercanti alessandrini che presso il vico detto appunto de Alexandrinis avevano edificato un tempio in loro onore. Al tempo dei Normanni e degli Svevi fu addirittura eretto un Sedile denominato di S. Abbaciro. Diverse cappelle beneficiali furono a lui dedicate nei vari rioni della città. Ma già nel famoso calendario marmoreo napoletano del  secolo IX scoperto nel 1742 in S. Giovanni Maggiore in Napoli durante i restauri di quella basilica, ed illustrato dal Mazzocchi e dal Sabatini, si trova scritto “ Passio S. Cyri et Joannis; e nel secolo successivo un cronista napoletano, cioè il suddiacono Pietro Partenopeo, descrisse una Passione dei santi Giro e Giovanni. Si può quindi dire che quando nel secolo XVII giunsero a Napoli le reliquie dei santi martiri, essi non erano affatto estranei al culto popolare di questa città. Da questo momento culto e reliquie si associano a luoghi e persone legate alla Compagnia di Gesù e in particolare alla grandiosa chiesa  del Gesù Nuovo e alla straordinaria figura ndi S. Francesco De Geronimo che sarà il più convinto ed efficace propugnatore della devozione ai due martiri. Le reliquie dei nostri santi, insieme con quelle di diversi altri, furono collocate in vari altari di detta chiesa e specie all’altare maggiore.”(2)

  1. “S. Ciro M.E. e M”- cenni biografici. Varie traslazioni delle Sante Reliquie. Benemerenze soprannaturali della sua professione. Evoluzione del suo culto. Origine e sviluppo della sua devozione in Grottaglie”. Terza edizione riveduta ed ampliata. Stab. Tip .”PROGRESSO” Francavilla Fontana-1938-XVII.
  2. “San Ciro Medico Eremita e Martire” a cura di Rosario Quaranta. Grottaglie 2001.Parrocchia Chiesa Matrice Maria SS. Annunziata.