di Elio Francescone
Situata nella gravina di “lama dei pensieri” , solitaria come il passero di leopardiana memoria,ecco la chiesetta di San Biagio,a Grottaglie, risalente al 1500 e che fa bella mostra di se’.
Un altro dei nostri tesori religiosi,storici e architettonici.
Spesso nascoste, spesso dimenticate e poco visitate. Eppure le chiese di campagna sono, molte volte, un patrimonio artistico che meriterebbe di essere valorizzato al massimo.Testimoni di una fede semplice, legata alla terra, alla vita di tutti i giorni, potrei dire “le chiesette del popolo.
E in una bella giornata di sole, col cielo terso e la luce viva sono l’ideale per coniugarsi col trascendente e l’immanente, ovvero con Dio!Esse narrano notevoli pagine di storia religiosa e civile e sono state e sono ancora testimoni di belle tradizioni nella semplicita’ e dignita’ di un tempo ormai passato e scomparso.
E culti e ritualità affondavano le radici nella notte dei tempi
Affascinante nella sua semplicità, la chiesa, grazie alle ampie tracce di affreschi e sculture policrome, recuperate e custodite con passione dai volontari della cooperativa sociale “Insieme”, che da anni si occupano della pulizia e della manutenzione della chiesa, è un vero e proprio gioiello che non può andare perduto.
Le pitture della volta e delle pareti rappresentano un ciclo pittorico tra i più interessanti della Puglia ispirati a modelli bizantini: sono rappresentate scene cristologiche ispirate anche ai Vangeli apocrifi e figure di Santi.
Dedicata a Biagio, santo medico della gola, essa aveva due porte: la piu’ piccola rivolta verso mezzogiorno.Al di sopra della porta piu’ grande, vi era un’iscrizione in greco antico che non e’ mai stata trascritta. Forse riportava il nome del costruttore/ committente e la data.
Nell’interno un altare con l’immagine di un Crocifisso e con ai lati s.Cosma e s.Damiano. L’affresco del vescovo Biagio si trovava sul muro rivolto verso il settentrione. Nel giorno della festa del santo, si trascorreva l’intera giornata sullo spiazzo antistante, ascolando la messa e mangiando.
Il detto che si tramanda e’_”santu Vilasi,la marenna trasi” ovvero s.Biagio porta la merenda . L’anniversario e’ il 3 febbraio.
Con l’occasione delle scampagnate, si raccontava ai bambini anche dell’”acchiatura”, il tesoro nascosto che tutti cercavano e che ha turbato molti sonni dei nostri avi.
NB.San Biagio era un medico armeno. Fu assunto come santo protettore della gola perche’ si narra che, durante la sua prigionia, riusci’ a togliere una lisca di pesce che si era conficcata nella gola di un ragazzo.
All’epoca della costruzione della superstrada, per salvare la chiesetta,si dovette modificare il progetto restringendo la curva sul ponte.
Le foto sono degli anni ’80.
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