IL REPORT DI CONFARTIGIANATO AL 2° CONGRESSO INTERNAZIONALE IN PUGLIA.CERAMICA AD ALTA VOCAZIONE ARTIGIANA: 2.993 IMPRESE, DI CUI IL 41,6% A GUIDA FEMMINILE.
La ceramica internazionale sceglie la Puglia e Grottaglie per il secondo congresso internazionale della ceramica svoltosi dal 6-9 marzo scorso. Interessante convegno, formativo e divulgativo, a cui dedicare un webinair rivolto alle scuole e agli ordini professionali (Architetti ed ingegneri) sarebbe stato necessario.
Un congresso che già dal mese di gennaio era in progetto da parte, anche di Giuseppe Quaranta – Hobbycolor di Grottaglie, Colorobbia Italia, azienda sempre vicina al mondo della ceramica ed attenta all’artigianato d’eccellenza. Particolarmente interessante è risultato essere la sezione dedicata all’ economia circolare e a “CERAMICA E BIOEDILIZA “ approfondendo la tematica su “L’ambiente ed il ciclo virtuoso della ceramica”, con gli interventi di Domenico Sturabotti, direttore generale Symbola, Olivia Bitossi, general sales manager Colorobbia Italia SpA, Antonio Jesus Ortiz Ruiz, director general (Ceo) Cerámicas Anoru e Daniele Gizzi, presidente Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, Umberto Antonio Castellano, segretario Confartigianato imprese Puglia.
Nel comunicare che a breve la Confartigianto Puglia e la Regione Puglia , a breve sottoscriveranno un protocollo, per ottenere una “bollinatura” sul riutilizzo degli scarti di e sottoprodotti delle lavorazioni della terracotta (cocci di “biscotti”, smalti) di provenienza artigianale e non solo, così da classificare gli stessi nell’immediato futuro, non più come rifiuti ma come materia prima per il riutilizzo, in particolare nella bioedilizia.
L’idea prende evidentemente spunto, dall’esperienza dell’azienda spagnola TODOBARRO che ormai da tempo ha sul mercato dei prodotti realizzati con MATERIALE FLUVIALE, ACQUA, VEGETAZIONE E RESIDUI/SCARTI DELLE LAVORAZIONI CERAMICHE. Il responsabile della TODOBARRO” dichiara che “ci siamo avviato in un nuovo progetto che definisco NEOARTIGIANALE, in cui la ricerca e l’innovazione tende a dare valore ai materiali definiti di “scarto” delle varie lavorazioni delle ceramiche. Prodotti ottenuti che consento l’implementazione realizzativa di BIOARCHITETTURE contribuendo così allo sviluppo di una economia circolare e riducendo l’inquinamento ambientale e riduzione di anidrire carbonica in atmosfera .
Il comparto della ceramica che realizza soprattutto ceramica artistica e tradizionale, vasellame, altri articoli di uso domestico e articoli ornamentali di ceramica, a fine 2023 conta 2.993 imprese con una spiccata vocazione artigiana: le 2.216 imprese artigiane sono infatti quasi i tre quarti (74,0%) del comparto, incidenza che è 3,5 volte il 21,3% rilevato per il totale economia.
I dati del comparto sono contenuti nel report ‘Ceramica ad alta vocazione artigiana: alcune evidenze’ presentato stamane al 2° congresso internazionale della ceramica, aperto dall’intervento del Presidente di Confartigianato, Marco Granelli. Qui il programma e qui per scaricare il report dell’Ufficio Studi.
Nell’intervento di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi, sono stati illustrati i dati chiave del settore. Le imprese della ceramica generano un fatturato di 450 milioni di euro, di cui il 62,4% viene esportato (quota superiore di 16,0 punti percentuali rispetto al 46,5% del Manifatturiero), ed un valore aggiunto di 182 milioni di euro. Per quanto riguarda l’occupazione, il comparto della ceramica conta 5.815 addetti, di cui 3.511 sono nell’artigianato rappresentando il 60,4% degli addetti del comparto.
Nel loro complesso, le micro e piccole imprese (MPI) generano l’82,3% dell’occupazione, il 62,0% del valore aggiunto ed il 55,8% del fatturato del settore.
Nel 2023 nelle professioni legate alla produzione di ceramica le micro e piccole imprese richiedono 860 lavoratori, di cui 540, pari al 62,8% sono di difficile reperimento, quota che supera di 14,7 punti il 48,1% del totale entrate in MPI.
I territori della ceramica italiana – Metà (50,7%) delle imprese totali del comparto si concentrano in quattro regioni: Sicilia con 484 imprese (16,2% del totale), Campania con 433 imprese (14,5%), Toscana con 330 imprese (11,0%) e Veneto con 271 imprese (9,1%). Tra le principali regioni – ognuna con almeno 100 imprese totali – si rileva una incidenza dell’artigianato superiore alla media per Sardegna con l’84,7%, Sicilia con l’82,2%, Puglia con l’81,6%, Umbria con il 78,5% e Veneto con il 76,4%.
Quasi mille imprese (966), circa un terzo (33,3%) del settore, si concentrano in dieci province: Perugia con 245 imprese (8,2% del totale), Catania con 202 imprese (6,7%), Vicenza con 173 imprese (5,8%), Taranto con 78 imprese (2,6%), Palermo con 61 imprese (2,0%), Cagliari con 55 imprese (1,8%), Lecce con 44 imprese (1,5%), Siena con 53 imprese (1,8%), Ravenna con 41 imprese (1,4%) e Torino con 44 imprese (1,5%).
8 marzo: oltre 4 imprese della ceramica su 10 sono guidate da donne – Il comparto ha una elevata presenza di imprese femminili: si tratta di 1.132 imprese attive che rappresentano il 41,6% delle imprese del comparto, quasi il doppio del 22,7% del totale economia e oltre il doppio rispetto al 18,0% del Manifatturiero. Tra le maggiori regioni per imprese del comparto della ceramica, la quota di imprese femminile nella ceramica è più elevata e superiore alla media in Emilia-Romagna con il 51,0%, Sardegna con il 47,2% e Lombardia con il 45,3%.
Il made in Italy della ceramica – Secondo le ultime evidenze disponibili relative ai 12 mesi terminanti a novembre 2023, le esportazioni del comparto della ceramica ammontano a 318 milioni di euro, di cui 233 milioni in prodotti in ceramica per usi domestici e ornamentali (73,3%) e 85 milioni in altri prodotti in ceramica (26,7%).
L’Italia è il 6° esportatore europeo del comparto della ceramica con una quota dell’8,7% sul totale Ue. In chiave dinamica, nei primi 11 mesi del 2023 le vendite del made in Italy crescono del 2,1%, in controtendenza rispetto al -2,8% della media Ue. In crescita le vendite nei primi tre mercati: Germania a +7,3%, Francia a +3,0% e Stati Uniti a +1,6%.
Le imprese del comparto della ceramica nelle regioni: dettaglio per carattere artigiano
Fine 2023. Imprese registrate. Codici Ateco 2007: 23.41, 23.49 e 23.4. Totale di 2.993 imprese, di cui 2.216 artigiane, pari al 74,0% – Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere
Comparto della ceramica: le province specializzate con alcuni comuni punti di riferimento
Fine 2023. Indice basato su totale imprese registrate superiore a 100. Codici Ateco 2007: 23.41, 23.49 e 23.4 – Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere e Istat
Quota delle imprese femminili sul totale imprese: ceramica, manifatturiero e totale economia
Fine 2023. %, Ateco 2007. È donna: il titolare di impr. indiv., >50% soci di soc. di pers. o >50% soci e amministratori di soc. di cap. – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Camera di Commercio delle Marche- Infocamere
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