“Tagliare o non tagliare? Questo è il problema!”
Le tifoserie in lizza questa volta sono “alberi di pino si” contro “alberi di pino no”.
Le argomentazioni della tifoseria 1 “ tutti gli alberi vanno difesi. Che fastidio vi danno?! Il cambiamento climatico”.
Le argomentazioni della tifoseria 2 “i pini danno fastidio. Rompono i marciapiedi. Perdono gli aghi che poi otturano le fognature. Non producono ossigeno”.
Sugli argomenti della tifoseria 1, c’è poco da dire, sono affermazioni sulle quali tutti dovremmo essere d’accordo. Come siamo d’accordo anche sul fatto che i pini in città sono difficili da gestire. Se un pino è cadente, o le radici creano un problema grave ed oggettivo (tipo problemi alle condutture del gas) non c’è discussione da fare. Vanno rimossi perché possono costituire un pericolo concreto. Ma questi casi estremi non possono esaurire una discussione. Perché un albero giovane non ha lo stesso impatto sull’ambiente di un albero adulto: questi, a differenza delle piante più giovani, contrastano le isole di calore delle città, abbassano la temperatura, sostengono il suolo e assorbono più anidride carbonica. Quindi abbattere un pino e sostituirlo con un albero di specie diversa e più giovane, produrrà effetti significativi sull’ambiente solo dopo anni. E questo è un fatto di cui oggi dobbiamo tenere conto.
E veniamo alla tifoseria contro.
I pini rompono i marciapiedi: vero, perché sono alberi e le radici cercano, come possono, di trovare un ancoraggio al terreno, di attaccarsi al suolo, di trovare nutrimento. Un problema, quello dei marciapiedi, che nell’immediato si cerca di risolvere con il taglio dell’albero, ma che invece potrebbe essere gestito con una politica più attenta alla manutenzione e con l’adozione di pratiche meno vecchie e svilenti di quelle che si vedono in giro. Come lasciare respirare di più l’albero, ad esempio, allargando la superficie non coperta da mattoni. E come stanno facendo già in tante città, come a Parigi. “Eh, e tu vai a vedere Parigi?”. Si, vado a vedere chi fa meglio. Che a vedere chi fa peggio, siamo bravi tutti.
I pini perdono gli aghi che poi otturano le fognature: Gli alberi, tutti, perdono foglie quando è stagione. E i pini, essendo pini, perdono gli aghi. Se perdevano lattine di coca cola, ci dovevamo meravigliare. Tutto ciò che è vivo, muta con il tempo e le stagioni. Questa è la natura: solo gli alberi di plastica non perdono niente. Anche in questo caso, la soluzione più facile è quella di togliere tutto quello che ci provoca fastidio. Ma è nell’adozione di misure di adattamento e mitigazione che va cercata la soluzione, come la pulizia periodica delle caditoie. Che poi, non ci lamentiamo quando le strade sono coperte di coriandoli di plastica, che quelli si che vanno a ostruire le reti fognarie e finiscono in mare, e ci lamentiamo per le foglie?!
Questa l’ho lasciata alla fine, perché merita. “I pini, a differenza di altri alberi, NON PRODUCONO OSSIGENO”. E che producono? Marmellate? Che alberi sono, per vivere assorbono anidride carbonica ed emettono ossigeno. E’ il processo di fotosintesi clorofilliana: si studia, e meno male, dalle scuole elementari.
Eliminare tutto quello che ci dà fastidio, è un discorso pericoloso… pensate se un giorno gli altri esseri viventi facessero una considerazione: oh, ma sti umani che inquinano, abbattono foreste e gettano zozzerie nei mari, ma che li teniamo a fare?! Sai che sta? Danno fastidio, mo li eliminiamo!
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