«SI ANDAVA DI BUON’ORA CON IL FASCIO DELLE PALME A SPALLA DALLE CASE ALLA PIÙ VICINA CHIESA OVE, PER TUTTE LE FESTE COMANDATE DELL’ANNO, LE DONNE S’ERANO RECATE IL MATTINO ALLA MESSA.” PRIMA PARTE/3.
di vito nicola cavallo
Città degli Imperiali è stata Francavilla Fontana in provincia di Brindisi, città d’arte, in cui ogni anno si celebrano i Riti della Settimana Santa animate dalle confraternite, istituzioni religiose che prendono origine dal medioevo, , epoca in cui ebbero una grande importanza religiosa e sociale. Venivano erette mediante un decreto formale del vescovo del luogo, di seguito le particolarità di questi sodalizi confraternali. La confraternita di S. Eligio (sotto il titolo di M. SS. Annunziata), ha confratelli che nelle cerimonie e nelle processioni
indossano l’abito di rito costituito da camice bianco, cingolo blu e mozzetta blu recante due stemmi: il giglio da un lato e la scritta “Humilitas” dall’altra. La reale Arciconfraternita dell’Orazione e Morte ebbe origine fin dagli albori della civiltà Francavillese per dare cristiana sepoltura ai defunti ed assistenza ai bisognosi. Si vestiva con un sacco nero ed un cappuccio che copriva il volto, si lavorava molto e si scriveva poco. Il primo atto ufficiale scritto che trovasi in archivio risale al 12 febbraio 1620. La confraternita ha sede nella Chiesa di Santa Chiara. Arciconfraternita San Bernardino da Siena è tra le più antiche Confraternite sorte nella città di Francavilla Fontana , che fa capo alla diocesi di Oria, fonti documentali certe fanno risalire la presenza dell’Arciconfraternita al 29 aprile 1568 nell’antica chiesa dei Francescani, ora Padri Liguorini o Redentoristi. L’abito ecclesiastico dell’Arciconfraternita è così composto: camice bianco variegatamente ricamato nella parte inferiore; un cordone – cilicio – annodato con due nappine terminali di colore verde che sorregge in vita il camice. Inoltre fanno parte dell’ornamento un cappuccio bianco a forma
di cono rovesciato, una mantellina – mozzetta – di colore verde, guanti dello stesso colore. I confratelli del Santissimo Sacramento di Francavilla, fino al 1553, sempre assolvendo ai propri compiti di assistenti parrocchiali, portarono il titolo alla cappella, fondata da Pagano Trasente, in cui si riunivano. Nel 1554 furono canonicamente riconosciuti con il titolo di confratelli del Santissimo Corpo di Cristo, associati alla sede madre di Roma e, con quella, impegnati a difendere il cattolicesimo come fronte pio laicale nel travagliato periodo della riforma. Confraternita Maria Santissima del Carmine, la devozione alla Madonna del Carmine venne diffusa dai Frati Carmelitani che, a seguito delle persecuzioni da parte dei Mussulmani, fuggirono dalla Palestina e si rifugiarono in Europa verso la metà del XIII secolo. A Francavilla Fontana i Frati Carmelitani giunsero nel 1517 e costruirono una chiesa con annesso piccolo convento che, col passare degli anni, venne ampliato tanto da diventare uno dei più grandi del Meridione.
In Francavilla Fontana, nel 1500, vi erano diverse confraternite e, con la venuta dei frati Carmelitani, si costituì la confraternita del Carmine. Data ufficiale di fondazione di questa Confraternita è ritenuta quella dell’11 luglio 1677, come si legge in un verbale custodito nell’archivio. Confraternita dell’Immacolata era legata al Convento dei Francescani Neri, ossia agli attuali Padri Liquorini e in seguito alla Chiesa dei Padri Cappuccini, risale ai primi del 1700 e, una volta costruita la Chiesa dell’Immacolata nel 1856 subito dopo la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione (1854), ebbe la sede definitiva. Questa confraternita ha una funzione di rilievo nella Settimana Santa: il suo è un ruolo di gioia perché partecipe della letizia della resurrezione. Un tempo, nella sera di Pasqua, la confraternita “portava la statua di Cristo con la processione senz’ordine, a gruppi e a ondate, cantando il Magnificat a squarcia gola e correndo”.
I fratelli portano camice bianco e mozzetta celeste. Confraternita del Crocefisso legata alla Chiesa del Crocefisso, ora a quella dei Sette Dolori. Questa era la confraternita cui aderivano i francavillesi dell’antico quartiere delle ceramiche. Gli aderenti indossano un camice completamente rosso e calzano dei sandali. Nella processione dei Misteri portano il Cristo alla Colonna.I riti devozionali nella città degli Imperiali, si articola per tutta la Settimana Santa, proviamo a descriverla nei particolari, iniziando dalla Domenica delle Palme, «si andava di buon’ora con il fascio delle palme a spalla dalle case alla più vicina chiesa ove, per tutte le feste comandate dell’anno, le donne s’erano recate il mattino alla messa ed il vespero alla funzione. Gli uomini portavano quei rami di ulivo tagliati il giorno prima che era stato sabato di passione.»(1)
Dalle prime ore del mattino le chiese sono invase dai rami d’ulivo che di li a poco saranno benedetti seguendo un antico cerimoniale. Sui sagrati, ad attendere, ci sono decine di ragazzi pronti a portare quel simbolo di pace in giro per le strade e nelle case. Anticamente, mentre gli uomini erano impegnati in chiesa, le donne a casa preparavano le nuove stoviglie in vista della Settimana Santa. La dieta dei giorni successivi prevedeva la totale soppressione di qualsiasi alimento di derivazione animale. Per questa ragione si sostituivano i tegami d’argilla eliminando così ogni possibile contaminazione con cibi di origine non vegetale. Chi voleva comunicarsi nella Domenica della Palme, dalla sera precedente doveva avere cura di non assumere alcun tipo di liquido prestando attenzione, lavandosi il viso, che neanche una goccia d’acqua arrivasse in bocca.
La mattina delle Palme , i Confratelli della Congrega Maria Santissima del Carmine incappucciati, non scalzi, disposti a coppia e salmodiando una antica nenia di perdono, si recano nella Basilica Pontificia Minore in piazza Giovanni XXIII per ricevere il precetto pasquale.
Apre la processione un confratello che trasporta la Croce nera dei Misteri con i simboli e gli strumenti della Passione: i dadi, la scala, la lancia, il gallo, la frusta, il martello, le tenaglie, la spugna, i chiodi, la corona di spine, la colonna, la lanterna, la mano, la tunica e l’ampolla. Al termine della cerimonia religiosa i confratelli ritornano, a capo scoperto, nella chiesa del Carmine salmodiando una nenia di ringraziamento. Secondo la tradizione di ritorno a casa si accendeva il fuoco utilizzando i ramoscelli d’ulivo conservati dall’anno precedente, prestando la massima attenzione che il fuoco rimanesse vivo sino al giovedì Santo. Il pranzo della Domenica delle Palme prevedeva, e continua a prevedere ancora oggi, pasta con mollica fritta in olio insaporito con acciughe e sugo di pomodoro semplice.
(1) Rosario Jurlaro racconta la Domenica delle Palme a Francavilla nel libro “La Festa Cresta”.
(2) foto da Settimana Francavilla Fontana. www.facebook.com/settimanasantafrancavillafontana/?ref=page_interna
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