SETTIMANA SANTA IN PUGLIA: I RITI A GALLIPOLI (LE) 2021.SECONDA PARTE/3

LA PROCESSIONE DEI MISTERI E DELLA TOMBA DI CRISTO È UNA DELLE PROCESSIONI PIÙ SUGGESTIVE E COINVOLGENTI DELLA RITUALISTICA TRADIZIONALE .

di Vito Nicola Cavallo

Giovedì Santo si realizzano  li “sabburchi” , quando i portoni delle chiese si aprono per le visite agli altari della reposizione. E’ il momento quando, le confraternite in abiti tradizionali effettuano e si scambiano le visite in orari diversi, annunciate dal suono sordo della tromba. Dal tramonto a notte fonda, dall`alba a mezzogiorno, incedono in fila per due incappucciati, membri delle antiche corporazioni di muratori, sarti, pescatori, scaricatori di porto o bastaggi, fabbri, bottai, falegnami, calzolai e nobili. Siamo a Venerdì Santo della Settimana Santa (2) di nuovo il silenzio avvolge il labirinto di vicoli a

Gallipoli vecchia, nessuna campana suona il Venerdì Santo. A metà pomeriggio centinaia di fedeli si radunano fuori dalla chiesa del Santissimo Crocifisso della confraternita dei bottai, che da sempre organizza la processione del Venerdì Santo. Grande attesa, ogni anno, per l’allestimento dell’Urnia, la tomba del Gesù morto. L’uscita della processione è annunciata da un penitente in mozzetta turchese e corona di spine con la  trozzula –

 strumento in legno con battenti metallici – ed i lampioni che annunciano il passaggio della processione, insieme alla tromba ed al tamburo scordato.. e disciplina alla mano, seguito da quattro sentinelle coi lampioni. Uno dietro l’altro, sfilano i misteri della processione, a partire dalla chiesa di Santa Maria del Monte Carmelo e della Misericordia nella cui  sacrestia sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi, portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore della notte del Sabato Santo. Nel mentre la banda suona marce antiche di autori gallipolini. L’ultimo tratto della processione è composto dalla corporazione dei pescatori in camice bianco e mozzetta

azzurra, devoti alla Madonna degli Angeli, che accompagnano la statua della Vergine Addolorata. I penitenti dall’identità tutelata, con gli occhi rivolti a terra, incedono a piedi nudi trascinando pesanti croci, per otto lunghe ore fino al rientro, a mezzanotte. Processione dei misteri e della tomba di Cristo del Venerdì Santo, inizia nella sacrestia di Santa Maria del Monte Carmelo e della Misericordia, dove sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi, e

portate in processione dal tramonto. La tradizione vuole, infatti, che rimanendo fisso il tema della Deposizione, la rappresentazione della Tomba – in dialetto Urnia – cambi di anno in anno seconda del modello scelto dalla confraternita. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui

partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria SS.ma Addolorata. All’’alba del Sabato Santo prende forma  la processione di Maria Desolata, organizzata dalla confraternita di S. Maria della Purità. Gli incappucciati, con saio e cappuccio bianco, mozzetta giallo paglierino e cingolo rosso, precedono le statue del Cristo Morto, adagiato in un’urna dorata e di Maria Desolata. Quest’ultima ha l’appellativo di Desolata perché, anche se indossa il lutto, ha la caratteristica di essere seduta ai piedi della Croce ed è una pregevole manifattura in cartapesta del

XIX sec. La processione prende le mosse intorno alle 3:00 del Sabato nel buio della notte squarciato solo dai quattro lampioni , dallo squillo lacerante della tromba e dal lugubre rullare del tamburo. Il momento più suggestivo e toccante della processione è quando la Madonna ed il Cristo Morto si incontrano al largo della Chiesa per l’estremo saluto, con il mare e la spiaggia della Purità a far da sfondo ad una folla immensa commossa ed orante quasi il silenzio riuscisse a trasmettere tutta la religiosità di questo popolo. Le  confraternite che animano la settimana Santa di Gallipoli sono la  confraternita del SS. Crocifisso che è ospitata nell’Oratorio del SS. Crocifisso che  fu costruito tra il 1741 ed il 1750 a spese della confraternita, previo acquisto dei suoli dai padri domenicani che in quel luogo avevano un giardino

incolto con un’ angusta abitazione, spesso usata come ritrovo per donne di malaffare. L’oratorio fu realizzato sui disegni del tenente di artiglieria Carlo Multò, in servizio presso il regio castello di Gallipoli. La precedente chiesa, che sorgeva nelle vicinanze della chiesa di S. Francesco d’Assisi, era stata seriamente compromessa dai marosi.

 L’oratorio è sede della confraternita del SS. Crocifisso già sotto il titolo di S. Michele Arcangelo, cui erano aggregati prevalentemente i bottai, i costruttori di botti.Nel 1834 a seguito dell’incendio del presepe allestito al lato dell’altare, si danneggiarono gli stalli confraternali ed andò distrutta, fra l’altro, la statua del Cristo Morto. Dai registri del sodalizio risulta che nel 1834 i confratelli provvedevano a rifare tutti gli stalli in legno ed un confratello donava la statua del Cristo Morto che ancora oggi viene portata in processione durante il Venerdì Santo in artistiche composizioni rievocanti il tema della Deposizione.

L’abito confraternale è composto da saio e cappuccio rosso a simboleggiare la passione di Cristo e mozzetta, particolare mantellina turchina con le due effigie del SS. Crocifisso e di S. Michele Arcangelo. Solo durante la processione del Venerdì Santo i confratelli indossano una corona di spine intrecciata con steli di asparago selvatico, a memoria di quella indossata dal Cristo e procedono a volto coperto in segno di penitenza. La confraternita di Santa Maria degli Angelil’ oratorio confraternale e della confraternita omonima, derivano dall’altare di santa Maria di Carpignano, sito nella preesistente chiesa di San Giovanni Battista il cui culto fu importato dalla

 famiglia Lubelli di Serrano, erigendo altare contestualmente al beneficio ecclesiastico fondato il 16 maggio 1636 sotto lo stesso titolo e di jus patronato. Il culto, è direttamente riconducibile al ritrovamento (1568) nella grotta di San Giovanni, a Carpignano Salentino (LE), di una immagine bizantina raffigurante la Madonna con Bambino e comunemente chiamata la Madonna della Grotta o di Carpignano. Sin dal 1662 nella chiesa di San Giovanni Battista, oltre alla confraternita sotto lo stesso titolo, è attestata l’esistenza di una congregazione intitolata a santa Maria di Carpignano, della quale è documentato un tal Giovanni Fajulo come Prefetto.

Figura di spicco nella storia del nostro oratorio è un certo Sebastiano Sandalo, appartenente alla stessa congregazione e a lui si deve la sua erezione e il successivo ampliamento. Fu fatto d’obbligo ai confratelli ad erigervi (1663) un proprio oratorio entro il termine di due anni, pena la decadenza nel suo atto di liberalità, “sotto il titolo della Vergine Santissima di Carpignano che sta nella Chiesa di S. Giovanni di questa Città. Nella quale possasi congregare nelli giorni stabiliti le regole, li fratelli foresi e pescatori, a farle le loro orationi, mortificationi, ascoltar la messa e frequentar li Santissimi Sacramenti e fare tutte l’altre opere pie, informe ordineranno dette regole”. Nel termine stabilito (1665) fu dunque eretto il nuovo oratorio che però non fu intitolato a Santa Maria di Carpignano ma a Santa Maria degli Angeli. Dalla visita pastorale di mons. Filomarini, eseguita nell’ oratorio il 29 agosto 1715, oltre a confermare l’istituzione della congregazione di santa Maria degli Angeli, da parte di mons. Montoya, che ne dettò lo statuto, aggregando laici

del ceto di pescatori e contadini, è attestata anche la presenza di una confraternita sotto lo stesso titolo. I confratelli vestivano un saio bianco con cappuccio dello stesso colore e mozzetta di colore violaceo con immagine dipinta della Beata Vergine Maria. Mozzetta che fu sostituita nel 1769 con quella attuale di color blu marino. Nello stesso anno si aggregarono le categorie degli artisti e degli artigiani.

L’oratorio  a navata unica, è ubicato lungo il periplo del centro antico di Gallipoli, sul versante sud-sud/ovest, la cui facciata guarda i due isolotti del Campo dei Piccioni e dell’isola di sant’Andrea. Sul prospetto dell’oratorio è collocato un bel pannello maiolicato realizzato nel 1942 dalla ditta napoletana Raffaele Vaccarella, raffigurante la Madonna Assunta in cielo, sostituendo l’affresco eseguito nel 1875 da Giuseppe Pagliano Tra le opere scuoltoree, situate in apposite nicchie a muro, sono custodite le statue ottocentesche di cartapesta leccese, del famoso Achille De Lucrezi, che realizzò nel 1866 “il Crocefisso” e un “Cristo morto” e poi ancora nel 1895 la “Madonna Assunta in cielo”.

Un’altra statua raffigurante la “Madonna degli Angeli” fu commissionata a Napoli nel 1825. Il simulacro dell’Addolorata (manichino vestito) fu invece donato nel 1824. La confraternita, oltre a organizzare le processioni dell’Assunta (14 agosto), titolare della confraternita; sant’Andrea (29 novembre) e san Luigi (20 giugno), invitati dall’Associazione Cattolica “San Luigi”, partecipa con quella del SS. Crocefisso alla processione del “Cristo morto e dei “Misteri” nel Venerdì Santo portando per le vie di Gallipoli il simulacro della Vergine Addolorata.(1)

(1)https://www.settimanasantainpuglia.it/content/citta-confraternite.asp?lan=ita&id_citta=6

(2) https://www.perledipuglia.it/it/Notizie/Settimana-Santa-a-Gallipoli-tutte-le-tappe-della-Pasqua.html

(3) https://www.terrarussa.it/8499/guida-salento/cultura/chiesa-della-purita-a-gallipoli-uno-scrigno-di-opere-darte/

(4)https://www.facebook.com/pg/Confraternita-Santa-Maria-della-Purit%C3%A0-Gallipoli-104294597935565/about/?ref=page_internal

(5) http://www.365giorninelsalento.it/it/w/attr/492/chiesa_di_santa_maria_della_purita

(6) https://www.facebook.com/104294597935565/videos/655822264980201/ video vito nicola cavallo

(7) https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.1907646142642247&type=3