2/4.SPECIALE G7 E CNF-CERAMICHE NICOLA FASANO, AMBASCIATORE DELLA CERAMICA D’ITALIA IN CANADA, FRANCIA, GERMANIA, GIAPPONE, REGNO UNITO E STATI UNITI D’AMERICA ED UNIONE EUROPEA.(seconda parte di 4)

IL TEAM DEL GRUPPO CNF GUIDATO DA FRANCO FASANO, HA PRESENTATO LE ORIGINI DI UNA TRADIZIONE CON LE MODERNITA’ DEI COLORI, AI CONSORTI E ALLE CONSORTI DEL G7 OSPITANDOLI NELLA SUA AZIENDA E CERAMICS ROOM.

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Particolare curiosità è stata dedicata durante la visita nella grotta ipogea dedicata all’esposizione delle opere della CNF, quali  le pupe giunoniche con baffi e la “famosa” legge iniqua del ‘600, e cioè lo “JUS PRIMAE NOCTIS”. Le vicissitudini di un popolo legate alla cultura ed alle proprie tradizioni sono tramandate alla generazioni successive in modi diversi, libri, dipinti, racconti, manufatti realizzati con diversi materiali, della legge iniqua di origine medioevale, lo jus primae noctis, viene ancora oggi racconta in Puglia con un manufatto in ceramica con le sembianze di una giunonica donna in abiti succinti.

Entriamo nel merito della leggenda/norma iniqua ancora in uso nel ‘600,le “pupe con i baffi e senza” risalgono al periodo feudale , che vengono realizzate quali  sculture plastiche di varie dimensioni monocromatiche o decorate, nel quartiere delle ceramiche di Grottaglie.

Lo “Ius primae noctis”, da leggenda ad anfora baffuta!

Quanto di vero ci sia nella storia, tramandata ai nostri giorni, del fattore (colui che amministrava terreni e lavori svolti dai contadini per conto dei nobili) che cercò di assassinare un nobile grottagliese del ‘600 per aver esercitato il diritto della prima notte sulla giovane moglie, è tutto da scoprire.

Lo “Ius primae noctis”, era il  diritto del signore feudale a trascorrere la prima notte di matrimonio con ragazze belle ed avvenenti del feudo, era una consuetudine molto diffusa nell’Italia meridionale, terra di conquista dei nobili spagnoli, che esercitavano poteri e diritti sulla gente, sulle proprietà, sui raccolti agricoli e sulla caccia. Ritornando alla storia del fattore grottagliese, si racconta che questo signore, mal sopportando l’idea che la propria sposa potesse trascorrere la prima

notte di matrimonio col suo padrone, pensò di sostituirsi a lei, per uccidere il nobile signore, riscattando così l’onore e il rispetto della gente.

Il travestimento fu perfetto, ma il povero fattore trascurò un particolare. Si presentò a sera inoltrata al palazzo portandosi dietro un grosso coltello per commettere l’attentato mortale. Le guardie non si accorsero di nulla del travestimento per come era perfetto, anche se il fattore cercava in tutti i modi di nascondere il volto.

Nonostante la poca luce presente nelle stanze del palazzo non impedì comunque al nobile signore di scoprire che sotto quelle belle ed eleganti vesti e sotto quel cappello piumato femminile c’era un uomo e non una donna.

Il fattore, per la fretta, aveva dimenticato di tagliarsi i baffi, ahimè…!

C’è chi dice che fu graziato per il suo ardire, a patto che consegnasse al suo padrone tutto il vino buono che possedeva nelle cantine; c’è chi dice che fu ucciso dalle guardie dopo aver consegnato alle stesse tutto il vino pregiato. Di certo non mancò il coraggio per salvare e difendere l’amore e l’onore.

Si  da questo  racconto/leggenda scaturisce l’idea di creare una elegante scultura, che solo i bravi figuli di Grottaglie riescono a realizzare.

Nelle tante botteghe del quartiere delle ceramiche esistono moltissime varianti di bambole in ceramica, definite pupe con i baffi. Sono in realtà delle anfore con le sembianze armoniose e giunoniche di donne settecentesche, anche abbastanza succinte, di varie dimensioni e dai colori sgargianti. A questo vario repertorio si aggiungono anche le pupe a cavallo definite amazzone, ancora più eleganti e più raffinate delle movenze scultoree.  

Ma fra tutte queste pupe, la scultura più ricercata e più bizzarra è appunto lo ius primae noctis, ossia la pupa che ha il viso di un uomo baffuto e gli abiti sontuosi di una donna del seicento. Un’opera d’arte sapientemente modellata dalle mani dei maestri figuli per dare vita ad uno strano scherzo del destino nato dall’immolazione un po’ goliardica di un rito medievale che affonda le sue radici nel buio del passato.