5/5.SPECIALE ORECCHIETTE NELLE ‘NCHIOSE: FORMAZIONE DELLE ‘NCHIOSCE(RUGHE) NEL CENTRO STORICO DI GROTTAGLIE TRA CASE DI VICOLI.I DISEGNI DEI PROSPETTI PRINCIPALI.

SPECIALE ORECCHIETTE NELLE ‘NCHIOSE: FORMAZIONE DELLE ‘NCHIOSCE(RUGHE) NEL CENTRO STORICO DI GROTTAGLIE TRA CASE DI VICOLI.I DISEGNI DEI PROSPETTI PRINCIPALI.

PIANO DI RECUPERO DEL CENTRO STORICO PARTICOLAREGGIATO PER LA CITTÀ ANTICA E PER IL QUARTIERE DELLE CERAMICHE DI GROTTAGLIE   DEL PROFESSOR PIERLUIGI CERVELLATI 2001-02 DI GROTTAGLIE DI PIERLUIGI CERVELLATI (ARCHITETTO BOLOGNESE).

Senza qualità non c’è sviluppo. Senza la memoria del passato non c’é futuro. Il nostro compito di urbanisti è limitato. Abbiamo commesso molti errori. Ci siamo dimenticati di chiederci che tipo di città volevamo costruire. Si pensava e si sosteneva che con il piano regolatore si sarebbe potuto far coesistere industria e turismo. Case popolari e ville borghesi. Mezzi di trasporto pubblico e mezzi di trasporto privato.

Come urbanisti abbiamo sbagliato. E da questi errori , proprio come tecnici, dobbiamo avere l’umiltà di sostenere alcune tesi con il tarlo del dubbio. In questi anni di grande espansione, il sotto utilizzo

o il di smesso o il mai attuato, non sempre hanno formato materia di riflessione e di approfondimento tematico. Pur sapendo che nel loro insieme hanno generato degrado.

Abusivismo.

La richiesta di occupazione e di lavoro, l’esigenza della mobilità, il diminuire dei disagi del vivere urbano: fino a pochi anni fa la penuria di case, hanno avuto la priorità sulla qualità dell’aria, sulla purezza dell’acqua, sulla salubrità e vivibilità delle nostre città.

L’ansia del rinnovamento ci ha portati a cancellare la nostra identità. Non c’è stata e forse non c’è neppure adesso, autentica coscienza del possibile e crescente degrado urbano e territoriale. E se ciò é valido per qualsiasi città, lo é ancor più per Grottaglie che è caratterizzata da un territorio, da un ambiente, da un centro storico, (senza dimenticare le gravine) che senz’altro nel loro insieme costituiscono la sua grande risorsa. Anche e soprattutto economica. Un territorio (un ambiente) ancora integro in certe zone, poco compromesso in altre. Un centro storico “raro” che racchiude dentro di sé un nucleo ancor più antico connesso al Quartiere delle Ceramiche, ma che è in gran parte disabitato. Che non rappresenta più il “centro” se non per la festa di San Ciro e altre poche manifestazioni.

Occuparci oggi di questa parte della città, significa porre le premesse per dare avvio ad un processo di riqualificazione che coinvolga anche la campagna residua e soprattutto l’intorno del centro antico.

Il lavoro fa riferimento ad analisi oggettive di tipo diretto, catastale e storico-cartografico. Non faceva parte del nostro incarico quell’insieme di indagini pseudo sociali che un tempo accompagnavano i piani per i centri storici. Quelle indagini si rivelarono ben presto inutili. Il rilevamento diventava obsoleto nel momento stesso del suo svolgersi; forniva un’immagine distorcente per le strategie insite nella progettazione di recupero.

Neppure le indagini di tipo economico possono surrogare il progetto urbanistico. Si dovrà porre molta attenzione al tema dell’economia , ma non prima di avere definito uno o più scenari operativi. L’analisi tipologica non a caso -mentre si privilegiavano aspetti pseudo sociali o para economici- era sostituita da giudizi di valore sullo stato di conservazione e si scriveva schedando un fabbricato: “ottimo”, “buono”, “sufficiente”, “mediocre”, “cattivo”,

ecc. Bastava una scossa di terremoto, lo scoppio di una bombola di gas, un fortunale qualsiasi, per rendere del tutto inutile questa superficiale ricerca.

Se la prognosi dev’essere la più corretta possibile, l’analisi non può non essere approfondita e “tecnicamente” oggettiva -basata sul catasto e sulle tipologie edilizie, sui tessuti urbani e sulle misure, sui sistemi costruttivi storici e sulle tecniche murarie- frutto di esperienza e di costante confronto. Il contesto sociale come lo “stato” di conservazione mutano sempre prima che lo strumento urbanistico sia reso operante. Il che non significa che analisi sociali ed economiche (e altre ancora di tipo geo-politico, per esempio) si facciano in parallelo; più semplicemente si vuole ribadire la componente tecnica che non può essere surrogata da altri elementi.