D’ALO’ PERSEVERA CONTRO L’ATTRIBUZIONE DEL MONUMENTO A L’ARCHITETTO PIACENTINI.

Sconcerta , dopo dieci mesi ascoltare un sindaco diversificare la verità sul monumento ai caduti di Grottaglie, che documentazione abbondante e testimonianze di ex sindaci confermano che lìopera è stata progettata dall’architetto Marcello Piacentini, a rettificare D’Alò e lo stesso MIC nella nota che segue, nella quale riporta “…quale l’arch. Piacentini, che ha curato la compilazione del progetto dell’esedra, da eseguire in pietra calcarea…”.

Continuate a sostenere il LUOGO DEL CUORE. il FAI è un organismo di tutela dell’arte e dell’architettura molto più autorevole.

https://fondoambiente.it/luoghi/monumento-ai-caduti-dell-architetto-marcello-piacentini?ldc

MINISTERO DELLA CULTURA SOPRINTENDENZA NAZIONALE PER IL PATRIMONIO CULTURALE SUBACQUEO TARANTO – del 15 OTTOBRE 2024

In seguito, tra le proposte, quella del Prof. Sergio Sportelli fu scelta, oltre che per la convenienza
economica, anche per il fatto che “il bozzetto del gruppo statuario è stato giudicato di ottima fattura
da artisti pure di fama nazionale, quale l’arch. Piacentini, che ha curato la compilazione del
progetto dell’esedra, da eseguire in pietra calcarea” (delibera di Consiglio Comunale n. 138 del
30.11.1957).

L’esedra in pietra calcarea è chiaramente il manufatto alle spalle del gruppo scultoreo, quella che
l’Arch. Fanigliulo ha chiamato “quinta esedrale”.

  1. Che il giardino ed il monumento costituiscono un unicum inscindibile. Ciò sarebbe provato, in base
    alle nuove informazioni acquisite dal Comitato, dalla presupposta esistenza di documenti che “a
    quanto sembrerebbe, andarono, purtroppo, “dispersi”, forse a causa della loro preziosità”, di un
    bozzetto “fatto scomparire”, nonché di altri documenti che il Comune non avrebbe consentito di
    consultare.
    Tali documenti conterrebbero il grafico dell’esedra (dove per esedra intendono l’intero spazio
    intorno al monumento, la cui sagoma era stata realizzata in base a Delibera n. 45 del 23.03.1957),
    tracciato da Piacentini.
    Le controdeduzioni narrano inoltre una dettagliata cronologia degli avvenimenti che non
    aggiungono alcunché ai fini della valutazione culturale del monumento e/o dello spazio circostante.
    A proposito dell’unitarietà dell’opera, si osserva che la forma irregolare della piazza non asseconda
    e non assecondava la simmetria del monumento e le aiuole furono realizzate in funzione dello
    spazio disponibile e della forma della piazza.
    Il monumento fu collocato in modo da essere in asse con il punto di vista costituito dalla strada
    proveniente da Taranto, e non in asse rispetto allo spazio pubblico pedonale (piazza) che aveva già
    una sua forma.
    Non sono riconoscibili un linguaggio architettonico e un’idea progettuale unitarie del monumento e
    della piazza, ma semplicemente un adattamento reciproco.
    Il Comitato lamenta, infine, una traslazione di m 12 del lato del marciapiede, rilevata in base a
    “chiara ed ampia traccia del relativo taglio”, che sarebbe in contrasto con il progettato arretramento di m 4. Tale circostanza non è stata verificata da questa Soprintendenza e comunque l’esecuzione dell’intervento dovrà essere conforme al progetto.
    Conclusioni
    Sappiamo con certezza che il gruppo scultoreo, pensato per uno spazio chiuso e apprezzato da
    Piacentini, fu collocato nel sito in cui si trova oggi, aggiungendovi una retrostante quinta
    architettonica che facesse da sfondo, che fu probabilmente suggerita/ideata dall’Arch. Piacentini,
    ma sicuramente ispirata al suo “stile”.

L’UTERIORE PROVA CHE L’OPERA E’ DI PIACENTINI E’ L’INVITO ALLO STESSO ARCHITETTO PER L’INAUGURAZIONE DEL 1958.