LA VENERAZIONE DI SAN CIRO M.E.M. GENNAIO 19-30-31. DIRETTE G-PEGASO.IT & ”CAVAMONTI” DI VALERIO CARDEA.ESCLUSIVA

LA COLLABORAZIONE TRA L’EDITORE DI G-PEGASO.IT ANTONIO CAVALLO E VALERIO CARDEA DELLA PIZZERIA “CAVAMONTI” HA CONSENTITO LA REALIZZAZIONE DEGLI APPUNTAMENTI CON LA STORIA E LA SPIRITUALITA’ GROTTAGLIESE.

V.le dello Sport, 11, 74023 Grottaglie TA, Italia +393273361597

valeriocarde@hotmail.it

La nuova realtà editoriale di G-PEGASO.IT di Grottaglie, non poteva essere assente con l’importante appuntamento con la storia e la spiritualità devozionale per san Ciro Medico Eremita e Martire, che due soggetti istituzionali hanno voluto “serrare” e “blindare” ed escludere alla partecipazione chi non è nelle proprie “grazie”.

In molti hanno rivolto l’invito all’editore ed al direttore di essere della “partita” della comunicazione democratica e libera, e noi abbiamo raccolto l’invito ed insieme a noi l’imprenditore emergente della città delle ceramiche, il ristoratore e maestro dell’”arte bianca” Valerio Cardea proprietario della pizzeria a Grottaglie  della  “CAVAMONTI” , il quale che ha voluto scegliere, questa volta, il nostro giornale per sostenere l’iniziativa delle dirette dei giorni 19,30 e 31 gennaio delle celebrazioni religiose e laiche dedicate al santo Alessandrino.

In queste serate appuntamento presso “CAVOMONTI” per apprezzare le elaborazioni culinarie delle pizzeria, in particolare le nuove proposte “d’arte bianca” in linea con il riconoscimento della pizza quale prodotto tangibile dichiarato dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità.

LA STORIA DELL’EREMITA CIRO D’ALESSANDRIA

Pira “Catasta di legna per la cremazione di cadaveri o l’esecuzione di condannati al rogo”; dalla Treccani “[dal lat. pyra, e questo dal gr. πυρά, der. di πῦρ «fuoco»], letter. – Catasta di legna eretta per la cremazione dei cadaveri: foco che … par surger  de la pira Dov’Eteòcle col fratel fu miso (Dante); per tutto Degli esanimi corpi ardean le pire (V. Monti).

Anche, la catasta di legna sulla quale venivano arsi vivi i condannati a morte (per es., per stregoneria) o coloro che erano sacrificati come vittime (in quest’ultima accezione, più com. rogo): nei tempi antichissimi, mèssi e frutti, capi del gregge e dell’armento, ed anche, pur troppo, i nati dell’uomo … erano arsi tutti insieme in una gran pira (Carducci).

Anche San Ciro d’Alessandria subì il martirio del fuoco. Scrive sul martirio, Don Giuseppe Petraroli in “S. Ciro M.E. e M”- cenni biografici “:“Diocleziano…espresse al prefetto Siriano il desiderio di vedere il Taumaturgo Ciro. Non è chiara la sua intenzione, forse al par di Erode era curioso di ammirare dei miracoli. Ma Ciro pensò di eludere i disegni di costui sottraendosi alle sue ricerche e fuggendo nel Castello di Cetzo. Tanto più che questo imperatore non meno che al cristianesimo mosse guerra alla medicina,

ordinando che fossero bruciati nell’Egitto tutti i libri che parlavano di questa scienza ed avendo i medici in conto di maghi e di stregoni. A causa di questi infami rimestatori l’arte medica , da principio tanto onorifica e gloriosa, cominciava a cadere in discredito….S. Ciro sottrattosi alle ricerche del curioso imperatore Diocleziano, per la salute eterna dei suoi confratelli stimò opportuno presentarsi a Siriano…Con generoso sorriso sulle labbra rispose a Siriano “ Noi abbiamo l’uso di soggiungere poche parole alle molte; sappi pertanto, o Prefetto, che noi rifiutiamo questi onori che teniamo di nessuna valore e giammai rinunzieremo al cristianesimo checchè sia succedere di noi”. Fu il segnale del martirio. Con violenza il nostro eroe fu schiaffeggiato; poscia denudato dai carnefici, fu percosso con duri e nodosi bastoni finchè le osse delle gambe e delle braccia scricchiolando per le barbare percosse furono ammaccate e dislogate.

 A quelli di bastoni seguirono i colpi sibilanti di staffili, per illividirne, gonfiarne e squarciare i muscoli e dai brani scissi e tumescenti zampillava il sangue intridendo tutto il corpo con le sue onde purpuree. Questo divenuto tutto una piaga, con lunghi ed acuminati chiodi furono forate le gambe e le braccia, fiaccole accese furono accostate alla carne sanguinante per bruciarla e carbonizzarle, mentre altri dopo la barba ustione aspergeva le piaghe con aceto e con sale e fregandole con panni intessuti di setole intensificavano gli spasmi atroci al santo paziente. Da ultimo, immerso in una caldaia di pece bollente, S. Ciro, rinnovando il prodigio ei tre fanciulli immersi nella fornace di babilonia, cantava le glorie del Signore.”

PIRAMIDE, monumento sepolcrale dell’antico Egitto, per lo più riservato ai Faraoni: la forma della costruzione, di cui rimangono ancora diversi esemplari, è quella del corrispondente solido geometrico.

Dunque pira (l’esecuzione di condannati al rogo), piramide (monumento sepolcrare).