SANITÀ, PERRINI (FDI): NELLA LETTERA AL MINISTRO SCHILLACI IL PRESIDENTE EMILIANO AMMETTE TUTTI SUOI ERRORI COMPIUTI SUL MOSCATI E SUL SAN CATALDO

“La lettera che il presidente Michele Emiliano ha scritto al ministro della Salute Oronzo Schillaci è sicuramente stata ispirata da quanto detto da me in tutti questi anni. Pensavo di essere stata una voce che gridava nel deserto e, invece, il presidente non solo ha fatto sue le mie richieste, ma indirettamente ha ammesso gli errori che ha compiuto facendo pagare un prezzo altissimo alla sanità tarantina. Il riferimento è in modo particolare al Pronto Soccorso dell’ospedale Moscati che proprio Emiliano ha chiuso nel 2015 generando un effetto straripamento sul PS del Santissima Annunziata che ha provocato le lunghe file delle autoambulanze e le interminabili ore di attesa per tanti pazienti. Non ci voleva un mago per prevedere che con un solo PS per tutta la città e le zone limitrofe la situazione sanitaria sarebbe esplosa. In questi anni non ricordo più quante interrogazioni, audizioni, ma anche invocazioni ho rivolto a Emiliano e ai vari assessori alla Sanità perché il Moscati fosse riaperto… e ora Emiliano lo ammette e lo scrive anche al ministro!

“Ma non è l’unico errore compiuto in questi anni: fin dall’inizio ho detto che le risorse stanziate per il San Cataldo erano del tutto insufficienti, ora che siamo in dirittura d’arrivo Emiliano si rende conto che è esattamente così e nella lettera al ministro quantifica in oltre 72 milioni la somma necessaria. Anche in questo caso bastava avere il buon senso del padre di famiglia, non certo un master di economia alla Bocconi per comprendere che ci volevano più soldi!

“Certo non è mai troppo tardi e forse qualche letterina Emiliano avrebbe dovuto scriverla anche quando al Governo vi erano i suoi amici del PD e non solo ora che il tutto appare più un voler scaricare sul Governo Meloni errori che invece – come dimostrato – erano facilmente prevedibili fin dall’inizio. Certo, non è mai troppo tardi e la salute dei tarantini merita che tutti facciamo la nostra parte, ma iniziare nell’ammettere i propri errori senza ricorrere alla tecnica dello scaricabarile sarebbe già un atto di buona politica.”