L’APPIA REGINA VIARUM è nel Patrimonio mondiale dell’Unesco. Dunque l’Italia ha ottenuto il riconoscimento del 60° sito con l’antica via romana, una via che attraversa il territorio e la città di Grottaglie. Oggi pubblichiamo una parte dell’approfondito studio realizzato dal Comune di Grottaglie, con la redazione del PUTT-Piano Urbanistico Tematico Territoriale Paesaggio nel 2007, un “corposo” documento arricchito da documentazione grafica e fotografica di particolare interesse.
“La Via Appia antica ad ovest dell’insediamento di Masseria Vicentino. Fino al 1973 una carrareccia saliva con andamento rettilineo dalla attuale strada Grottaglie – San Marzano di San Giuseppe fino al ciglio del terrazzo calcarenitico superiore, attraversando la faglia con una trincea profonda più di tre metri; al termine della tagliata viaria la strada virava verso sud-ovest attraversando la gravina di Vicentino con un ponticello a grandi blocchi calcarenitici per entrare nell’area urbana dell’insediamento di Masseria Vicentino.
Questa traccia è ora visibile solo nelle vecchie fotografie aeree, poiché nel 1973 è stata cancellata dalla macchina “mangiapietre”. Via Appia antica ad est dell’insediamento di Masseria Vicentino. Sulla fotografia aerea si legge con molta evidenza la traccia che dalla seconda cerchia muraria prosegue in direzione di Oria. Raggiunta la gravina La Torre la strada scende in trincea verso il fondo, lo attraversa su una massicciata di grandi blocchi calcarenitici (una sorta di ponticello), risalendo il pendio opposto con un’altra tagliata viaria ben conservata. La via supera l’ultimo dislivello spaiandosi in cinque carrarecce profondamente incassate nella roccia. Continuando verso est un muro a secco sostituisce il tracciato stradale fino all’area dell’attuale discarica di rifiuti speciali.
Proseguendo, tra la discarica e l’inizio dell’agro di Francavilla Fontana (BR) ricompare la strada antica sotto forma di un tratturo largo circa dodici metri e lungo circa duecento. Masseria Vicentino- via Appia Antica, è un insediamento messapico che sorge a ridosso della sponda meridionale del livello inferiore della gravina di Vicentino, di fronte alla masseria omonima. Il sito, già individuato a metà degli anni Sessanta del secolo scorso, è stato oggetto di dieci campagne di scavo dal 1995 al 2004 compiute dall’Università degli Studi di Bari in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Puglia. L’insediamento presenta tre circuiti murari a difesa dell’acropoli e dei
settori di abitato e si estende per circa 13 ettari. La prima fase di frequentazione dell’acropoli risale alla metà circa dell’VIII secolo a.C., età a cui si datano i fondi di capanne rinvenuti durante lo scavo dell’acropoli; alla fine dell’VIII-inizi VII secolo a.C. risalgono, invece, le fornaci per la fabbricazione di ceramiche d’impasto, tardo-geometriche ed acrome.
Alla fine del VII-inizi VI secolo si datano i numerosi grandi contenitori parzialmente interrati, presumibilmente, all’interno di ambienti deputati al deposito di viveri. Alla stessa epoca si data anche un interessante gruppo di ceramiche d’importazione con i caratteri di un vero e proprio “deposito” di materiali reputati di notevole pregio e valore all’interno di una struttura abitativa probabilmente riconducibile al ceto dominante dell’insediamento. In migliore stato di conservazione i resti dell’abitato di età tardoarcaica e classica emersi durante gli scavi dell’area compresa all’interno della seconda cerchia muraria, databile agli inizi del V
secolo a.C. Si tratta di ambienti, conservati solo a livello delle fondazioni, a pianta rettangolare con copertura di tegole, databili, sulla base della documentazione ceramica, tra il V e la prima metà del IV secolo a.C. In età romana si assiste ad un incremento del popolamento sparso sul territorio, fenomeno avviatosi già a partire dal IV secolo a.C., mentre, all’interno dell’area murata, troviamo solo un piccolo nucleo di abitanti nella zona nord-occidentale, legato, probabilmente, al passaggio della via Appia.
Necropoli di tombe a fossa situata sul pendio tra le due varianti della via Appia e tra queste è la masseria Vicentino Grande. La necropoli non è più visibile, in quanto distrutta in seguito ai lavori agricoli. Le fosse erano, in parte, a sezione trapezoidale, oppure avevano la parete superiore verticale e quella inferiore allargata a botte; in parte erano semplici fosse rettangolari con pareti verticali. L’orientamento non era costante. La necropoli, riferibile all’insediamento messapico di Masseria Vicentino, è databile, in parte, ad età arcaica grazie ad alcuni documenti epigrafici in caratteri greci e lingua messapica recuperati nel 1970 in mezzo a materiale lapideo fuori contesto. Necropoli di tombe a fossa situata in contrada Vicentino, sull’ultimo terrazzo pre-murgico, a nord-est della strada Grottaglie-San Marzano.
La necropoli non è più visibile, in quanto distrutta dall’aratro meccanico. Le tombe erano tutte allineate ed orientate nello stesso senso. Erano a fossa semplice o con controfossa. La necropoli, riferibile all’insediamento messapico di Masseria Vicentino, è databile ad età classica e protoellenistica. La contrada Misicuro è attraversata in senso O-E, all’altezza di Casino Pignatelli, da un allineamento di pezzi di strade e muretti a secco di delimitazione di proprietà, che trovano una loro continuazione in una traccia stradale visibile solo in fotografia aerea, diretta dall’avvallamento tra Monte Scianna e Montedoro verso l’insediamento di Masseria Vicentino. I due tipi di traccia vanno assegnati alla via Appia antica. La prima fase di frequentazione dell’acropoli risale alla metà circa dell’VIII secolo a.C., età a cui si datano i fondi di capanne rinvenuti durante lo scavo dell’acropoli; alla fine dell’VIII-inizi VII secolo a.C. risalgono, invece, le fornaci per la fabbricazione di ceramiche d’impasto, tardo-geometriche ed acrome.
ANTICHE COLONNE INCORPORATE NELL’EDIFICO
Alla fine del VII-inizi VI secolo si datano i numerosi grandi contenitori parzialmente interrati, presumibilmente, all’interno di ambienti deputati al deposito di viveri. Alla stessa epoca si data anche un interessante gruppo di ceramiche d’importazione con i caratteri di un vero e proprio “deposito” di materiali reputati di notevole pregio e valore all’interno di una struttura abitativa probabilmente riconducibile al ceto dominante dell’insediamento. In migliore stato di conservazione i resti dell’abitato di età tardoarcaica e classica emersi durante gli scavi dell’area compresa all’interno della seconda cerchia muraria, databile agli inizi del V secolo a.C. Si tratta di ambienti, conservati solo a livello delle fondazioni, a pianta rettangolare con copertura di tegole, databili, sulla base della documentazione ceramica, tra il V e la prima metà del IV secolo a.C. In età romana si assiste ad un incremento del popolamento sparso sul territorio, fenomeno avviatosi già a partire dal IV secolo a.C., mentre, all’interno dell’area murata, troviamo solo un piccolo nucleo di abitanti nella zona nord-occidentale, legato, probabilmente, al passaggio della via Appia.
Area di frammenti fittili situata in prossimità della Masseria Misicuro. Si rinvengono frammenti di tegole, ceramica d’uso comune, a vernice nera, a pasta grigia e terra sigillata africana. Insediamento di età classico-ellenistica stazione viaria sulla via Appia.
L’area è stata oggetto di scavi nel 2003 da parte della Soprintendenza Archeologica in occasione dei lavori per il passaggio del metanodotto. In quell’occasione furono rinvenuti i resti di un insediamento rurale databile dal I secolo a.C. al III d.C. In particolare, furono rinvenute le trincee di fondazione di
MASSERIA MISICURO LUNGO LA VIA APPIA
due edifici, un’area di cava e, all’estremità meridionale, numerosi tagli rettangolari realizzati per la messa a dimora di ulivi o viti. Uno di questi tagli fu riutilizzato come tomba in età ellenistica. Alle stesse strutture antiche scavate dalla Soprintendenza appartenevano due rocchi di colonne antiche che da vari decenni sono sistemate davanti ad una costruzione rurale contigua all’area di scavo.”
IN ROSSO LA VIA APPIA ORIGINARIA
BIBLIOGRAFIA .
DA PIANO URBANISTICO TEMATICO TERRITORIALE PAESAGGIO COMUNE DI GROTTAGLIE.
A. Fornaro, A. Alessio (a cura di), L’insediamento messapico di Masseria Vicentino. Grottaglie. Catalogo della mostra documentaria. Grottaglie – Castello Episcopio 12 dicembre 1998-6 gennaio 1999, pannello 3, Fasano 2000. Casino Pignatelli-Via Appia antica. A. Fornaro, Il problema di Mesochorum, in Archivio StoricoPugliese XXVI (1973), 210-211.Misicuro Area di frammenti fittili situata in prossimità della Masseria Misicuro. A. Fornaro, L’iter Brundisinum di Orazio, in Amici dei Musei, XXIX, n.93 (gennaio- marzo 2003), 20-27. B. Chiedi, La via Appia Antica da Masseria Vicentino Grande ad
Oria, Oria 2006, 47-54
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