“Nella passata legislatura, era il 2017, in modo trasversale approvammo all’unanimità una legge che dà alle donne malate di tumore un rimborso per la parrucca, fino ad un massimo di 300 euro e dopo aver presentato regolare fattura. Ma, in questi giorni sto ricevendo numerose segnalazioni da pazienti che stanno riscontrando problemi nell’acquisto. Non vengono date giuste informazioni sui materiali e sulle tecniche di lavorazione delle parrucche adatte ai pazienti oncologici, sulla possibilità e sulle modalità di rimborso ASL, esercenti che vendono parrucche senza specifiche competenze e relativi permessi legali, che inevitabilmente portano a ‘consigli’ fuorvianti e talvolta pericolosi per le pazienti o che, privi di etica professionale e norme morali, irretiscono i pazienti vendendo a prezzi esosi parrucche sintetiche e non conformi spacciandole per parrucche in capelli veri, oppure esercenti che scoraggiano il paziente comunicando una presunta inesistenza del rimborso ASL nella Regione Puglia, di fatto spingendoli ad acquistare pagando in contanti e senza l’emissione di scontrino fiscale e/o fattura, rendendo perci? impossibile al paziente accedere a qualsiasi forma di rimborso o sussidio messo a disposizione dalla Regione.
“Tali criticità rendono ancor più tedioso il percorso che un malato oncologico deve affrontare, dal momento in cui riceve la diagnosi fino alla guarigione, occorre quindi intervenire direttamente per offrire un supporto completo a chiunque ne abbia bisogno, creando una vera e propria rete che possa aiutare i pazienti in tutto ci? che serve per affrontare al meglio il decorso della malattia, senza arrecare ulteriore stress fisico e psicologico. Per tale motivo ho chiesto di avviare con urgenza un tavolo di confronto al fine di trovare soluzioni tangibili.”
“Il Consiglio regionale ha approvato il 2 maggio 2017 la legge regionale n. 8 per i Contributi a sostegno dell’acquisto di parrucche a favore di pazienti oncologici, residenti in Puglia, sottoposti a chemioterapia per far fronte allo stato patologico della perdita dei capelli.
FIN QUI TUTTO NELLA NORMA E LODEVOLE. PERO’, ESISTE UN PERO’, LA PROCEDURA RICHIEDE CHE PER L’ASSEGNAZIONE DEL RIMBORSO BISOGNA DIMOSTRARE IL GIUSTIFICATIVO DI SPESA SOSTENUTA. INSOMMA ACQUISTARLA PER POI OTTENERE IL RIMBORSO.
Ciò presuppone che ogni paziente, ogni donna (in alta percentuale colpita dal male del secolo) abbia la possibilità di comperarla. In realtà non è così! Molte donne, che si rivolgono alle associazioni che offrono assistenza, non hanno la possibilità economica per farlo.
MA QUI LA SOLITA BUROCRAZIA SI FERMA. DIMOSTRA DI NON CONOSCERE IL TERRITORIO. DIMOSTRA CHE VA CAMBIATO IL METODO E LE CONDIZIONI PER L’ASSEGNAZIONE DEL CONTRIBUTO
Queste disparità di trattamento non devono accadere. Se pensiamo che la perdita dei capelli: riconosciuta come importante conseguenza collaterale del trattamento chemioterapico, viene giustamente vissuta come ulteriore danno alla propria persona; non è una questione puramente estetica ma diventa fondamentale per i pazienti che si trovano ad affrontare la malattia in quanto trovano maggior forza nel rapporto con gli altri, nel continuare la propria vita ‘quasi normale’ .
IN QUESTI GIORNI CHIEDERO’ UN INCONTRO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIANO PER PORTARE LE ISTANZE DEI TANTI PAZIENTI, DELLE TANTE DONNE, DELLE TANTE ASSOCIAZIONI.
IN ATTESA CHIEDO A TUTTA LA POLITICA DI RIFLETTERE sull’art 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo:
Ogni persona ha diritto ad un livello adeguato di assistenza che assicuri…la salute e il benessere, l’alimentazione, il vestiario, la casa, l’assistenza medica e i servizi sociali necessari.”
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