VIII CENTENARIO DELLE STIMMATE DI SAN FRANCESCO D’ASSISI. LETTURA DELL’ICONA “SAN FRANCESCO D’ASSISI SUL MONTE DELLA VERNA” DI SUOR PIERPAOLA NISTRI MADRE BADESSA DEL MONASTERO DI SANTA CHIARA DI GROTTAGLIE(TA)
S. FRANCESCO D’ASSISI A 800 ANNI DALLE STIMMATE
La Famiglia Francescana sparsa nel mondo intero celebra gli 800 anni della Pasqua di San Francesco d’Assisi e gli eventi culminanti degli ultimi anni della sua vita. La ricorrenza è indicata come CENTENARIO FRANCESCANO, diviso in 4 anni per riflettere e contemplare la Regola e il Natale a Greccio (1223-2023), il dono delle Stimmate (1224-2024), il Cantico delle Creature (1225-2025), la Pasqua di Francesco d’Assisi (1226-2026).
Il dono delle Stimmate di san Francesco è al centro della nostra riflessione in questo anno 2024.
La testimonianza storica delle stimmate è stata da subito ripresa nelle espressioni artistiche con la pittura, scultura, tarsia.
Non vi è chiesa francescana in cui non sia presente la raffigurazione delle stimmate di San Francesco, ad opera dei grandi maestri ma anche di dilettanti, tanto questo evento da sempre ha colpito il sentimento religioso dei credenti.
Anche la nostra Chiesa in Grottaglie vanta un dipinto di Gennaro Lupo.
LETTURA DELL’ICONA DI SUOR PIERPAOLA NISTRI MADRE BADESSA DEL MONASTERO DI SANTA CHIARA DI GROTTAGLIE(TA)
LETTURA DELL’ICONA DI SUOR PIERPAOLA NISTRI MADRE BADESSA DEL MONASTERO DI SANTA CHIARA DI GROTTAGLIE(TA)
In occasione del centenario anche io, sono stata ispirata a scrivere l’Icona dell’Impressione delle Stimmate di San Francesco.
L’Icona di San Francesco d’Assisi sul monte della Verna rappresenta uno dei momenti più mistici e significativi della sua vita: la ricezione delle stimmate, un evento di profondo significato spirituale.
Seduto su una roccia in atteggiamento di profonda contemplazione e umiltà, Francesco guarda verso l’angelo Serafino che gli appare. Il Serafino, raffigurato con grandi ali aperte e un’aureola dorata, simboleggia la sua natura divina e il ruolo di messaggero di Dio. Con un gesto delicato, l’angelo poggia la mano sulla spalla di Francesco, trasmettendogli consolazione e forza in questo momento mistico di ricezione delle stimmate, ferite che replicano quelle della crocifissione di Cristo.
Francesco, immerso in un abbraccio spirituale con l’angelo, è raffigurato in una posizione che esprime un’intima comunione con Dio e una piena identificazione con Cristo crocifisso. Le stimmate non sono soltanto segni esteriori, ma rappresentano la partecipazione di Francesco al mistero della Passione di Cristo, un dono che lo trasfigura in un’esperienza di amore redentivo e di sofferenza condivisa. Il volto sereno dell’angelo comunica dolcezza e consolazione, trascendendo il dolore delle ferite e ricordandoci che la sofferenza, vissuta in unione con Cristo, diventa via di redenzione e fonte di pace interiore.
In questa scena, Francesco stigmatizzato è abbracciato delicatamente dall’angelo che lo consola. L’Icona richiama il rapporto intimo che il Santo continuerà a vivere con il crocifisso alato nei due anni in cui porterà su di sé i segni della passione. Questa rappresentazione trova ispirazione nella tradizione settecentesca della “consolazione con angeli musicanti”, ma qui è reinterpretata e attualizzata. Ambientata sul monte della Verna, dove spicca la basilica quattrocentesca con il corridoio delle stimmate che conduce alla cappella della memoria, l’immagine raffigura Francesco mentre si allontana, quasi sulla via del ritorno ad Assisi.
Frate Leone, uno dei compagni più fedeli del Santo, è rappresentato in basso a destra con le mani alzate in un gesto di meraviglia e stupore, come a proteggersi dalla potenza del mistero che si sta compiendo davanti ai suoi occhi. La sua figura simboleggia ciascuno di noi, chiamati a entrare in una relazione più profonda con il divino attraverso la contemplazione. Leone è il testimone umile e piccolo la sua presenza accanto a Francesco ci ricorda che la via della santità non è mai solitaria, ma si vive insieme, nel sostegno reciproco e nella preghiera comune. Il suo atteggiamento di umiltà e riverenza diventa un invito a vivere una fede fiduciosa, consapevoli che anche nella semplicità possiamo essere testimoni privilegiati della grazia e dell’amore di Dio.
Il paesaggio montuoso sullo sfondo e il cielo azzurro simboleggiano la presenza divina e la purezza del momento sacro, mentre gli edifici del Santuario della Verna evocano il luogo del ritiro spirituale di Francesco, uno spazio di solitudine e silenzio necessario per un incontro autentico con il divino.
Il Santo, assorto nella contemplazione, ci invita a trovare il nostro spazio interiore di preghiera, dove possiamo ascoltare la voce di Dio e ricevere i segni del Suo amore.
In occasione del centenario, questa icona diventa un richiamo a riscoprire la radicalità della vocazione francescana: vivere in povertà e semplicità, abbracciando il dolore del mondo con la stessa compassione con cui Francesco abbracciò Cristo. Il gesto del Serafino, che tocca Francesco con delicatezza, rappresenta un Dio che si china con amore sull’umanità ferita, invitandoci a fare altrettanto: portare guarigione, conforto e speranza.
Francesco, mentre dice addio alla Verna, intraprende una missione che è scritta sulla sua carne: la via della riconciliazione, della lode, del testamento e della restituzione.
Questa missione non è solo per il Santo, ma per ciascuno di noi: vivere il nostro cammino spirituale con fedeltà, passione e apertura alla grazia, testimoniando con la nostra vita l’amore di Dio che tutto trasforma. La santità di Francesco, quindi, non è distante o irraggiungibile, ma un cammino che possiamo percorrere anche noi, lasciandoci trasformare dal mistero di Dio con una fede semplice e aperta al miracolo.
L’immagine, nel contesto del centenario, diventa così un appello a vivere la fede con lo stesso ardore e dedizione che caratterizzarono la vita di San Francesco, testimoniando nel mondo un amore che tutto trasforma. La via della santità, segnata dalla sua missione, è un invito a tutti noi: trovare la nostra strada di riconciliazione, di lode e di servizio, portando nel cuore e nella vita i segni della compassione e della misericordia divina.
San Francesco quindi a 800 anni dalle spimmate si riconferma
Segno della Perseveranza di un Amore Senza Tempo,
l’Impronta di un Cammino Infinito,
Riflesso di un’Anima Immortale,
Eco di una Luce Eterna e Alchimia del Divino.
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