POTENZA 100 MW CON ANNESSO IMPIANTO DI PRODUZIONE DI IDROGENO VERDE DA 25 MW, IMPIANTO DI MITILICOLTURA E STRUTTURE RELATIVE AL TURISMO SOSTENIBILE E RELATIVE OPERE DI CONNESSIONE ALLA RTN, DA REALIZZARSI IN AREA SIN NEL COMUNE DI TARANTO.
LA PROPOSTADEL M FLOATING MAR PICCOLO-PARCO GALLEGIANTE NEL MAR PICCOLO DI TARANTO.

IMPIANTO FOTOVOLTAICO OFFSHORE IMPIANTO PER LA PRODUZIONE DI IDROGENO VERDE IMPIANTO DI TIPO LONGLINE PER LA MITICOLTURA AREA DI INTERSCAMBIO/ VELOSTAZIONE PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE PIATTAFORME GALLEGGIANTI A USO TURISTICO/RICETTIVO darà la possibilità ai cittadini di tornare a fruire di un’area degradata della città (area SIN in prossimità dell’ex ILVA). possibilità di ricarica mezzi elettrici e affittare mezzi di micro-mobilità. contribuirà a ridurre l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, sostenendo l’economia locale e creando opportunità lavorative. in un’area di circa 92 ha all’interno del I Seno del Mar Piccolo, produzione stimata di circa 100 MW in DC e 90 MW in AC. centrale da 25 MW, collegata al parco fotovoltaico, produrrà Idrogeno Verde utilizzando acqua demineralizzata. PIATTAFORME GALLEGGIANTI A USO TURISTICO/RICETTIVO darà la possibilità ai cittadini di tornare a fruire di un’area degradata della città (area SIN in prossimità dell’ex ILVA). possibilità di ricarica mezzi elettrici e affittare mezzi di micro-mobilità. contribuirà a ridurre l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, sostenendo l’economia locale e creando opportunità lavorative.
CONCLUSIONI
- La mission dell’intero progetto è quella di valorizzare e rilanciare un’area del territorio tarantino non solo attraverso la produzione di energia, ma riqualificandola dal punto di vista ambientale, rendendola fruibile dalle comunità locali.
- Si intende integrare i benefici derivanti dalla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile con le attività di acquacoltura tipiche dell’area, combinando il sistema long-line di coltivazione dei mitili con il fotovoltaico off-shore.
- Si vuole collaborare in modo sinergico con le istituzioni locali, offrendo delle opere che vadano a rafforzare un turismo sostenibile, come le piattaforme galleggianti, ideate per fornire alla comunità dei servizi ad oggi assenti in quell’area. l’intervento innovativo si pone come impulso volto alla riconversione “green” di un polo industriale abbandonata di Taranto, rendendolo nuovamente fruibile a beneficio non solo comunitario, ma nazionale.
IL PARERE DELL’URBANISTA ARCHITETTO ANTONIO FANIGLIULO.

“Sempre più insistentemente torna alla ribalta la follia del “Fotovoltaico in Mar Piccolo”. Giustamente e saggiamente, Associazioni e Cittadini attenti, responsabili e competenti si ribellano alle assurde e dissennate proposte di alcuni imbelli e scellerati che vorrebbero realizzare nello splendido specchio d’acqua dei due seni del Mar Piccolo un “gigantesco impianto fotovoltaico galleggiante”. Non servono molte parole per descrivere lo scempio e far comprendere il deturpamento che, malauguratamente, si compirebbe. Molti attenti osservatori, talvolta seppure privi di specifiche competenze, hanno ben compreso, analizzato e descritto il “mostro” e il danno economico, ambientale e Paesaggistico che ne deriverebbe. A differenza di Confartigianato, che con competenza, sapienza e coraggio ha espresso la sua sacrosanta disapprovazione, riprovevole è invece il silenzio, o l’indifferenza, degli Ordini Professionali, in primis e soprattutto quello dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Taranto, già custodi della Bellezza. Intanto, la Città dei Due Mari, da ormai troppi anni, si attarda, è ferma a galleggiare e discutere di un pavido PUG – “Piano Urbanistico Gattopardo” – che non ha fondamenta, né capo né coda, lasciando spazio all’arbitro e all’improvvisazione, magari alla rendita parassitaria. Forse nemmeno ha chiaro di cosa si stia realmente parlando, né si comprende dove si voglia portare la splendida Città di Taranto che intanto perde la sua “materia prima” e costitutiva della Città stessa: il suo più pregiato Capitale Umano. Quello più attivo e produttivo. Oltre che ignorare le sue principali risorse naturali primarie: il Mare e la Kultura, a partire dalla Magna Grecia, quindi il Turismo. Forse, è giunto il momento che la classe politica della Città di Taranto e il suo Governo del Territorio anziché “vaneggiare” e magari consentire di violentare e snaturare i seni del Mar Piccolo e il loro fragile e già compromesso Ecosistema, rivolgesse lo sguardo altrove. Con determinazione dovrebbero finalmente prendere atto, coscienza e consapevolezza della sua principale Risorsa Naturale Primaria, le sue stesse “acque interne”. Un Bacino, ovvero una Regione d’acqua estesa 10.960 Kmq (più grande della regione Basilicata, 9.992 Kmq, e della Regione Abruzzo, 10.794 Kmq). Quantomeno, prima di prendere qualsiasi decisione e magari fare scelte improprie e azzardate, se non proprio sbagliate, sarebbe opportuno valutare scientemente, attraverso studi di fattibilità, specifici e qualificati, la possibilità di realizzare in Mar Grande, come già in altri paesi, a distanza di almeno “venti miglia” dalle coste (40 Km), un Parco Eco-Industriale integrato a “scarto zero”: la città off-shore dell’industria energetica sostenibile. Oltre un significativo incremento demografico e conseguente crescita socio-economica, ci renderebbe non più tributari ma produttori di energia pulita per tutto il Sud! Perché, anziché snaturare, svilire e deturpare il Mar Piccolo, avendo a disposizione sufficiente dominio e ampia estensione, non realizzare invece nel Golfo di Taranto, in Mar Grande, il Polo dell’Energia Pulita: la più grande centrale fotovoltaica d’Italia che, con turbine sommerse per captare anche la forza delle correnti marine, potrebbe arrivare a coprire circa un terzo del fabbisogno energetico Nazionale? Inoltre, potrebbe consentire, nello stesso sito, anche l’eolico e la produzione dell’Idrogeno in mare. Non è trascurabile che tutto ciò, oltre a costituire un Polo Scientifico, potrebbe attrarre anche per il Turismo della Scienza e del Lavoro: la Città off- shore dell’Industria a scarto zero”.
L’ ELABORAZIONE PROGETTUALE










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