PERRINI (FDI) REPLICA ALLA FILIPPETTI E AL P.D.

Lo conoscete quel proverbio? Il toro che dà del cornuto all’asino… lì dove il “toro” è tutto il Pd pugliese e l’ “asino” sono io. E il paragone, credetemi, non di dispiace per niente. Perché chi mi conosce sa che come l’asino io sono una persona umile e pacata, più propenso al dialogo che allo scontro…
Ma in questi giorni sentendo ogni giorno il presidente della Campania, De Luca, offendere il ministro Raffaele Fitto mi sono detto: ma se chiamassi io il presidente Emiliano “delinquente”? E allora ieri, a Brindisi, durante il congresso provinciale di Fratelli d’Italia, prendendo la parola ho volutamente deciso di usare anch’io quel termine per capire quale reazione avrebbe scatenato. So bene che sono termini che in politica mai andrebbero usati e che io mai ho utilizzato, proprio per quel rispetto istituzionale che il mio ruolo richiede, ma ho voluto fare una sorta di test: il PD aggredisce e offende il Governo Meloni. E se provo ad offenderli io? Insomma, come si direbbe: me la sono cercata, ma con un fine politico non di poco conto! Svelare l’ipocrisia di quelli che ho definito SEPOLCRI IMBIANCATI.
Le mie, ribadisco, sono e restano valutazioni politiche. Ieri, come in altre situazioni, ho aspramente criticato l’annuncio del Governatore Emiliano di pagare, per il tramite della Regione, i 180 milioni che Acciaierie d’Italia deve alle imprese dell’indotto del siderurgico tarantino. Una promessa irrealizzabile, solo che si consideri che si tratta di crediti maturati in un contesto tra aziende private.
Speculare in tal modo, in un momento così delicato per le imprese e per i loro lavoratori, per raccattare consenso, rappresenta un atto di bassezza politica che va stigmatizzato anche con toni forti ed aspramente critici.
Per quanto mi riguarda, se c’è una cosa che non perdono a nessuno è certamente quella di strumentalizzare politicamente i momenti di difficoltà o i bisogni della gente con promesse o facili soluzioni che, in realtà, non si possono realizzare. Le mie quotidiane battaglie sul tema della sanità, su cui non accetto speculazioni e combatto le false promesse, ne sono un esempio tangibile. Sono abituato a fare politica tra la gente e a non fare promesse da marinaio, soprattutto quanto la situazione è delicata.
Chi si agita oggi per una provocazione politica si guardi al proprio interno prima di ergersi a censore, in politica come nella vita, la verità fa la differenza.