Chiunque abbia creduto nel sogno del Partito Democratico, in quella sintesi capace di tenere insieme dottrina sociale, tradizione riformista, afflato popolare, oggi avverte il peso della delusione.
Chiunque abbia creduto nella “primavera pugliese”, che fiorì proprio grazie al Pd, oggi sente il bisogno di riflettere.
Io ho creduto in entrambi, e deluso rifletto sul futuro. Ma con lo spirito di chi proprio non vuole rinunciare a quel sogno, di chi crede ancora che la primavera possa esplodere di entusiasmo e colori.
C’è una strada, dalla quale molti di noi non si sono scostati, che potrebbe sanare la delusione e finalizzare la riflessione: la strada del rigore morale.
Il Pd, in questi mesi, si è spesso misurato su questo terreno, ma con una doppiezza sconcertante: contestando a tanti iscritti l’autonomia di pensiero, come fosse un problema di statuto e non un valore per l’appartenenza, e ingoiando di tutto, dai condannati agli indagati, passando per ambiguità varie ed evidenti.
Oggi la realtà effettuale ci dice che qualcosa non ha funzionato, che il corto circuito politico e sociale ha paralizzato l’intera macchina del consenso. Oggi questa crisi ci dice che è arrivato il momento di cogliere un’opportunità.
E intendiamoci, applicare il rigore morale non significa trasvestirsi da novelli Torquemada: non c’è nulla da inquisire, qui bisogna solo aprire gli occhi e correre ai ripari. Tanti di noi potrebbero essere tentati dall’abbandono, dalla scelta di contenitori politici differenti, e probabilmente ne trarremmo giovamento e successo. Ma apparteniamo a una generazione cresciuta tra idee e valori saldi, nella consapevolezza che ci sia sempre la possibilità di riparare ciò che è rotto: abbiamo un’idea della politica anticiclica, non la consideriamo “usa e getta”.
Ecco perché, qui e oggi, invochiamo il cambiamento. Chiediamo a gran voce che il Partito Democratico faccia questo nostro stesso sforzo, che ripari ciò che è rotto, anche se ciò dovesse significare il sacrificio di pezzi “importanti”, ma allo stato squalificanti. Perché non è tanto lo status quo che ci interessa, ma ciò che potremo realizzare nel futuro imminente.
Questa riparazione ci lascerà una cicatrice vistosa? Poco male, se il sogno del Partito Democratico sopravvivrà, se la “primavera pugliese” sboccerà ancora. Diversamente vivremo un incubo autunnale molto lungo, perché avremo tradito donne e uomini che da noi si aspettano quel famoso rigore morale.
Abbiamo il coraggio necessario per fare tutto questo? Abbiamo sufficiente volontà? Noi sì e non andremo via, resteremo a difendere il sogno e la stagione più bella della politica pugliese.
Giampiero Mancarelli
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