“Il vice presidente del Movimento 5 Stelle, in una sua nota piena di errori storici, o forse solo effetto di scarsa memoria, una cosa giusta e condivisibile la scrive: “Taranto non abbocca più”. Taranto non abbocca più alle tante promesse del suo movimento politico, tutte indistintamente non mantenute. Si potrebbero citare, tra le tante, “l’uno vale uno”, lo streaming, l’abolizione delle auto blu, così come le posizioni iniziali su Tav e Tap, ma fermiamoci al tema del momento: l’ex Ilva. Turco non lo scrive apertamente ma dalla sua nota stampa si comprende che la sua proposta sia la chiusura di ciò che definisce: “quel rudere di fabbrica””. Cosi l’onorevole Giovanni Maiorano di Fratelli d’Italia, componente della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati e membro della Commissione Parlamentare Antimafia.
“Ma come ci è diventato rudere – prosegue Maiorano – una fabbrica che, in periodo elettorale i 5Stelle promettevano di chiudere (chiudere tutte le fonti inquinanti) salvo poi con l’allora ministro Di Maio dare il via di fatto alla gestione Arcelor-Mittal? E chi ha consentito, governando a lungo con le più svariate coalizioni, che si arrivasse ad un punto di non ritorno con la conseguenza del commissariamento? E, infine, qual è la proposta? Quale “futuro diverso pe il capoluogo ionico?” Chiudere ed avviare un processo di desertificazione, modello Bagnoli? Lo si dica apertamente! Il governo Meloni sta cercando ogni possibile soluzione per evitare questa sciagurata ipotesi; con mille difficoltà che sarebbero meno impegnative se anziché fare propaganda con polemiche irricevibili, si facesse un minimo di autocritica e si lasciasse lavorare chi prova a mantenere i livelli occupazionali in un contesto di grave crisi”.
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